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Giovanni l'apostolo

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2008 15:07
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02/12/2008 10:12

Era lui l'amato da Gesù?
Dato che nell'altro trend "interessante" abbiamo determinato che non era il caso di andare ancora avanti deviando dal discorso iniziale, ho deciso di aprire io questo trend, altrimenti non si và più avanti, ne in questo discorso, ne tantomeno nell'altro.
Cercherò quindi di riportare quì tutti i messaggi inerenti a questo trend.

Pace Ambra
02/12/2008 10:13


A questo punto va ricordato il ruolo che Cristo ha dato a Maria. Dalla croce non ha forse detto a Giovanni di affidarsi a Maria e a Maria di prendersi cura di Giovanni? Giovanni, il cui nome è taciuto e viene designato come il discepolo che Gesù amava, non rappresenta forse ogni uomo?



Gesù affidò Maria a Giovanni e disse a Maria questo è tuo figlio, perché sapeva quanto la madre stesse soffrendo e anche perché come dici tu, amava molto Giovanni.
Ma in questo passo io non denoto che Gesù stesse dicendo chiedete a Maria invece che a me.
Io credo che ci sia un solo mediatore tra noi e il padre, che naturalemente è Cristo, ma questo non significa che non rispetti la mamma terrena di Gesù, che è stata scelta apositamente da Dio perché sicuramente una donna santa e benedetta.

Con questo chiudo il discorso, perché non voglio entrare in polemica, non serve a nessuno farlo, però ti incoraggio a non prendere tutto ciò che dicono i cristiani evangelici e farne di tutta l'erba un fascio, perché nel mezzo ci sono anche tante persone istruite Biblicamente che non mettono al primo posto se stessi ma il nostro amato Signore Cristo Gesù.

Pace Ambra

02/12/2008 10:24

Risposta di LawWestOfThePecos
Per chiarire meglio il concetto sarebbe opportuno porsi alcune domande. La prima è questa: dov'è scritto nei Vangeli che il discepolo amato da Gesù era Giovanni?




Saluti
02/12/2008 10:25

Giovanni 19:26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua.

Giovanni 21:7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.


02/12/2008 10:25

Risposta di Robenz


Giovanni 19:26
Gesú dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: "Donna, ecco tuo figlio!"

Giovanni 13:23 Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesú, stava uno dei discepoli, quello che Gesú amava.

Giovanni 20:2
Allora corse verso Simon Pietro e l'altro discepolo che Gesú amava e disse loro: "Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo".

Giovanni 21:7
Allora il discepolo che Gesú amava disse a Pietro: "E il Signore!" Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.

Giovanni 21:20
Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesú amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesú e aveva detto: "Signore, chi è che ti tradisce?"

Tante sono le eresie dette nel conto di Gesù, da studio cinematografico, tanto da insinuare che il discepolo amato fosse una donna.
Comunque le scritture non dicono che Gesù amava di più il disepolo, ma che "amava".

Dio ci benedica
02/12/2008 10:26

Certo, ma perché allora non lo diceva anche degli altri? Giovannni all'epoca era anche il più giovane tra gli apostoli, perché lasciare a lui il compito di seguire Maria?

Ambra
02/12/2008 10:27

Risposta di LawWestOfThePecos


Giovanni 19:26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua. Giovanni 21:7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.



cara Ambra, qui si parla del "discepolo che Egli amava" ma dove si dice che era Giovanni?




Saluti

02/12/2008 10:28

Giovanni nel suo vangelo non si nominava mai in prima persona, ma era di lui che Gesù parlava.

Per te, dato che non condividi il mio pensiero che sia proprio Giovanni il discepolo che Gesù amava, chi sarebbe invece questo discepolo?

Ambra
02/12/2008 10:29

Risposta di LawWestOfThePecos


Hai ragione, Giovanni non si nominava mai in prima persona ed infatti il vangelo è attribuito a Giovanni ma non sianmo affatto sicuri che sia lui l'autore.

Allo stesso modo non abbiamo nessun dato che ci garantisca che il "discepolo che lui amava" fosse Giovanni.

Quindi quando hai scritto "Gesù affidò Maria a Giovanni" hai fatto un' affermazione priva di supporti biblici.

Ti sei mai chiesta come mai il vangelo parla di questo discepolo ma non lo cita mai per nome?

E, volendolo identificare con qualcuno, le caratteristiche del Giovanni dei Vangeli, corrispondono a quelle del "discepolo che Lui amava"?

Saluti
02/12/2008 10:31

Risposta di LawWestOfThePecos
Visto che di risposte sul tema non ne arrivano, vediamo di afre un passo avanti per carcare di capire, ammesso che sia possibile, chi ssrebbe questo "discepolo". Innanzitutto appare sei volte. Cinque le ha già indicate Robenz:




Giovanni 13:23 Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesú, stava uno dei discepoli, quello che Gesú amava.

Giovanni 19:26
Gesú dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: "Donna, ecco tuo figlio!"


Giovanni 20:2
Allora corse verso Simon Pietro e l'altro discepolo che Gesú amava e disse loro: "Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo".

Giovanni 21:7
Allora il discepolo che Gesú amava disse a Pietro: "E il Signore!" Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.

Giovanni 21:20
Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesú amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesú e aveva detto: "Signore, chi è che ti tradisce?"
 





La sesta apparizione è in Gv 21,24 "Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera." Dove in pratica ci dice che egli costituisce la fonte di informazione degli avvenimenti che sono stati narrati nel vangelo.

In passato si era pensato che questo "discepolo" fosse Lazzaro dato che la comparsa del discepolo senza nome avviene dopo la resurrezione di lazzaro e che questi fosse amato da Gesù in kod particolare percho era passato attraverso la sua stessa eseprienza di morte e resurrezione.

Tuttavia è subito apparso strano che una persona prima venisse citata per nome e poi improvvisamnete diventasse anonimo senza che l'evangelista ci avvertisse che era la stessa persona. Infatti i vangeli sono sempre molto accurati nell'evitare confusioni di nomi.

Un'altra ipotesi era che questo discepolo fosse il giovane ricco che Gesù"fissatolo ,o amò". ( Mc 10,21) Anche qui però sembra improbabile che il discepolo amato sia prprio l'unico che abbia rifiutato la chiamata di Gesù.

Quindi le ipoetsi su Lazzaro e sul giovane ricco cadono.

Rimane quindi solo Giovanni l'evangelista. Ma è possibile che sia proprio lui? Le caratteristiche di quel Giovanni possono corrispondere a quelle del discepolo?






Saluti
02/12/2008 10:32

Non credo però che Gesù avrebbe affidato la sua madre terrena a lui se non lo amava, e poi come dicevo anche sopra ricordiamoci che all'epoca Giovanni era anche il più giovane tra tutti gli apostoli.

Comunque alla fine non ha rilevanza, io credo che Gesù amasse tutti i suoi apostoli, ha amato anche chi l'ho ha ucciso sacrificandosi per tutti noi.... figuriamoci se poi cominciamo a vedere quanto e come o chi amava di più.

Pace Ambra
02/12/2008 10:33

Risposta di LawWestOfThePecos


Inizio questo post precisando che non è una risposta per Ambra che nel messaggio soprariportato mi pare abbia voluto chiudere la discussione. Quindi il mio discorso sarà più generale. Poichè non riuscirò a scriverlo tutto di seguito vi chiedo di cercare di evitare di commentare parola per parola quello che iserisco altrimenti rischiamo di perderci in un rivolo di argomenti inutile.

Torniamoa a noi.


Devo aver letto da qualche parte ( o qualcuno me lo ha detto a voce, non ricordo) che il Vangelo di Giovanni è il più semplice dei vangeli.

In realtà è esattamente il contrario, il quarto vangelo è il più difficile da leggere e da capire. A questo possiamo aggiungere che il genere letterario “vangelo” nasce all’interno delle comunità cristiane, è destinato alle comunità e viene letto nelle comunità.

Sempre in ambiente evangelico ho sentito dire che la Bibbia deve essere letta da soli. E’ una pia illusione che da soli si possa comprendere tutta la ricchezza di un testo ed infatti, a smentire questa affermazione, il mondo evangelico pubblica commentari esegetici ed esplicativi di tutti i testi biblici.

Se non si vuole leggere la Bibbia in maniera superficiale, come si farebbe con un qualsiasi altro libro, ma cercando di penetrarne il mistero, allora occorre tenere presente non solo il senso letterale ma anche il senso tipico e il senso pieno di un brano.

Forse qualche esempio aiuterà a capire ciò che intendo dire.

Se Gesù mangia del pesce arrostito, il senso letterale ci suggerisce che lo fa perché ha fame. Il senso pieno ci rivela la realtà della Resurrezione.

Con questo metodo riusciamo anche a capire meglio come il N.T. sia l’estensione del primo.

Se, ad esempio, leggiamo l’episodio del passaggio del Mar Rosso, il senso letterale ci dirà che gli ebrei si salvarono dagli egiziani, il senso tipico è che il passaggio del Mar Rosso è figura ( tipo) del Battesimo che ci salva dal peccato ( 1Pt 3,21)

Allo stesso modo Adamo è figura ( tipo) di Gesù Cristo.

Questo ragionamento mi è servito per introdurre il tema del discepolo amato da Gesù. In effetti l’ho preso un po’ alla larga…

Veniamo al Vangelo di Giovanni. Innanzitutto è bene dire che ormai si sta abbandonando l’idea che il quarto vangelo sia stato scritto da quel Giovanni figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo di cui ci parlano i sinottici.

I motivi che giustificano questa concezione sono diversi e non è il caso di discuterli qui perché ci porterebbe fuori tema. Teniamoci solo in mente questa ipotesi perché, se fosse vera ( e non possiamo escluderlo) farebbe saltare tutta l’ipotesi “discepolo amato=Giovanni”.

Ora dovremmo affrontare il tema: il discepolo amato era uno dei discepoli di Gesù o era una “figura” ( tipo).

Lo affronterò in seguito, ora ho un sacco di neve da spalare.




Saluti
02/12/2008 10:35

Ok, ci eravamo fermati più o meno quì.

Quindi dobbiamo aspettare che Pecos finisca il discorso iniziato.

Ambra
02/12/2008 15:05

Credo che poichè l'affermazione è di Enricorns sia giusto che sia lui stesso a terminare il discorso e a giustificare la sua affermazione non tanto nei miei confronti quanto nei tuoi perchè la Bibbia dice che dobbiamo essere: "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. " (1 Pt 3,15) Quindi non vedo perchè dovrei sostituirmi a lui. In ogni caso esiste il modo di inviare mail privare e se Ambra vuole continuare a dialogare con me su questo argomento lo può fare utilizzando questo strumento.
[SM=g8938]
[Modificato da LawWestOfThePecos 02/12/2008 15:13]
02/12/2008 15:43

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.


La Bibbia CEI pone l'accento più sulla madre che sul discepolo


25-26. La solennità dell'ora, specialmente nel contesto giovanneo, fa pensare che Gesù va oltre il sentimento di pietà filiale. Maria è la nuova Eva (" donna "), madre spirituale di tutti i redenti.

Anche il Cardinale Carlo Maria Martini, nel suo libro "Il vangelo secondo Giovanni" meditando sui versetti afferma:

"Inoltre viene donata la Madre di Gesù ai suoi. Con questo dono della Madre a Giovanni ha inizio la Chiesa"
02/12/2008 16:33

Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater ai § 23 e 24 scrive:



23. Se il passo del Vangelo di Giovanni sull'evento di Cana presenta la maternità premurosa di Maria all'inizio dell'attività messianica di Cristo, un altro passo dello stesso Vangelo conferma questa maternità nell'economia salvifica della grazia nel suo momento culminante, cioè quando si compie il sacrificio della Croce di Cristo, il suo mistero pasquale. La descrizione di Giovanni è concisa: «Stavano presso la Croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese con sé» (Gv 19,25). Senza dubbio, in questo fatto si ravvisa un'espressione della singolare premura del Figlio per la Madre, che egli lasciava in così grande dolore. Tuttavia, sul senso di questa premura il «testamento della Croce» di Cristo dice di più. Gesù mette in rilievo un nuovo legame tra Madre e Figlio, del quale conferma solennemente tutta la verità e realtà. Si può dire che, se già in precedenza la maternità di Maria nei riguardi degli uomini era stata delineata, ora viene chiaramente precisata e stabilita: essa emerge dalla definitiva maturazione del mistero pasquale del Redentore. La Madre di Cristo, trovandosi nel raggio diretto di questo mistero che comprende l'uomo - ciascuno e tutti - , viene data all'uomo - a ciascuno e a tutti - come madre. Quest'uomo ai piedi della Croce è Giovanni, «il discepolo che egli amava».47 Tuttavia, non è lui solo. Seguendo la Tradizione, il Concilio non esita a chiamare Maria «Madre di Cristo e madre degli uomini»: infatti, ella è «congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini..., anzi è veramente madre delle membra (di Cristo)..., perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa».48 Dunque, questa «nuova maternità di Maria», generata dalla fede, è frutto del «nuovo» amore, che maturò in lei definitivamente ai piedi della Croce, mediante la sua partecipazione all'amore redentivo del Figlio.

24. Ci troviamo così al centro stesso dell'adempimento della promessa, contenuta nel protoevangelo: «La stirpe della donna schiaccerà la testa del serpente» (Gn 3,15). Gesù Cristo, infatti, con la sua morte redentrice vince il male del peccato e della morte alle sue stesse radici. È significativo che, rivolgendosi alla madre dall'alto della Croce, la chiami «donna» e le dica: «Donna, ecco il tuo figlio». Con lo stesso termine, del resto, si era rivolto a lei anche a Cana (Gv 2,4). Come dubitare che specialmente ora, sul Golgota, questa frase attinga in profondità il mistero di Maria, raggiungendo il singolare posto che ella ha in tutta l'economia della salvezza? Come insegna il Concilio, con Maria «eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura una nuova economia, quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana, per liberare con i misteri della sua carne l'uomo dal peccato».49 Le parole che Gesù pronuncia dall'alto della Croce significano che la maternità della sua genitrice trova una «nuova» continuazione nella Chiesa e mediante la Chiesa, simboleggiata e rappresentata da Giovanni. In questo modo, colei che, come «la piena di grazia», è stata introdotta nel mistero di Cristo per essere sua madre, cioè la Santa Genitrice di Dio, per il tramite della Chiesa permane in quel mistero come la «donna» indicata dal libro della Genesi (Gn 3,15) all'inizio e dall'Apocalisse (Ap 12,1) al termine della storia della salvezza. Secondo l'eterno disegno della Provvidenza la maternità divina di Maria deve effondersi sulla Chiesa, come indicano affermazioni della Tradizione, per le quali la maternità di Maria verso la Chiesa è il riflesso e il prolungamento della sua maternità verso il Figlio di Dio.50 Già il momento stesso della nascita della Chiesa e della sua piena manifestazione al mondo, secondo il Concilio, lascia intravedere questa continuità della maternità di Maria: «Essendo piaciuto a Dio di non manifestare solennemente il mistero della salvezza umana prima di aver effuso lo Spirito promesso da Cristo, vediamo gli Apostoli prima del giorno della Pentecoste "assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui" (At 1,14), e anche Maria implorante con le sue preghiere il dono dello Spirito, che già l'aveva adombrata nell'annunciazione».51 Dunque, nell'economia della grazia, attuata sotto l'azione dello Spirito Santo, c'è una singolare corrispondenza tra il momento dell'incarnazione del Verbo e quello della nascita della Chiesa. La persona che unisce questi due momenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel cenacolo di Gerusalemme. In entrambi i casi la sua presenza discreta, ma essenziale, indica la via della «nascita dallo Spirito». Così colei che è presente nel mistero di Cristo come madre, diventa - per volontà del Figlio e per opera dello Spirito Santo - presente nel mistero della Chiesa. Anche nella Chiesa continua ad essere una presenza materna, come indicano le parole pronunciate sulla Croce: «Donna, ecco il tuo figlio»; «Ecco la tua madre».

Note:
47 È noto quanto scrive Origene circa la presenza di Maria e di Giovanni al Calvario: «I Vangeli sono le primizie di tutta la Scrittura e il Vangelo di Giovanni è il primo dei Vangeli: nessuno può coglierne il significato, se non ha posato il capo sul petto di Gesù e non ha ricevuto da Gesù Maria come madre»: Comm. in Ioan., 1, 6: PG 14, 31; cf S. Ambrogio, Expos. Evang. sec. Lucam, X, 129-131: CSEL 32/4, 504 s.

02/12/2008 21:12

Il punto non è che io non creda che Gesù amasse Maria, anzi di questo ne sono certa.....

Quello che non condivido è che la si usi come tramite, quando l'unico intermediario tra noi e Dio è Cristo....

Ma credimi, non voglio entrare in polemica, rispetto il tuo credo e non voglio assolutamente offendere nessuno.

Pace a te Ambra


X Pecos

Ritengo che non ero solamente io l'interessata all'argomento, quindi perché non continuare quì?
02/12/2008 23:15

L'unico mediatore, cioè che sta nel mezzo, ruolo datogli anche dalla natura egualmente e contemporaneamente divina e umana, cioè vero Dio e vero Uomo, è di certo Gesù Cristo, Maria, come dici tu, sua madre, come dice Giovanni è posta in ruolo di intercessione di protezione, nella sua posizione di piena di grazia, intercede, raccomanda, aiuta, sostiene.
03/12/2008 09:38

Ma noi abbiamo già Dio che ci protegge e abbiamo ricevuto in dono anche suo figlio che ci farà da avvocato difensore quando arriverà il giudizio, perhé avere qualcun'altro?

Ambra
[Modificato da Violafenix 03/12/2008 09:39]
03/12/2008 09:44



La Maternità spirituale di Maria

 

 

« Gesù dunque, vedendo sua Madre e accanto a lei il discepolo

 

ch'egli amava, dice a sua Madre: "Donna, ecco tuo figlio ". Poi

 

dice al discepolo: " Ecco tua Madre ". A partire da quella ora il

 

discepolo la prese con sé ».

 

Ogni uomo che si avvicina all'ora suprema della morte, restringe i

 

suoi pensieri alle persone o alle cose che gli sono più care. Il primo

 

pensiero di Gesù in croce fu per coloro che lo portarono alla croce:

 

per essi invocò il perdono.

 

Il secondo fu per il ladrone che lo pregava; per lui, la grande pro

 

messa. La cerchia si stava chiudendo. Alla fine il pensiero di Gesù si

 

rivolge alle due persone più care tra tutti i presenti: sua Madre e

 

Giovanni. Gesù morente invita la Madre a vedere nel discepolo

 

prediletto il proprio figlio; affida al discepolo la propria Madre

 

come sua madre. Gesù se ne va, ma Giovanni ne prenderà il posto,

 

per quanto è possibile.

 

 

Giovanni non cita mai il nome della madre di Gesù; dal Quarto

 

Vangelo noi non si riuscirebbe a cavar fuori il nome « Maria ».

 

 

Probabilmente è un segno della grande venerazione di Giovanni e

 

della Chiesa primitiva verso Maria. L'espressione « La Madre di

 

Gesù » era divenuta un nome proprio. Che Gesù si rivolga alla

 

Madre con il termine « Donna » non ha nulla di strano: è un titolo

 

di rispetto.

 

 

Per volontà di Gesù Morente, Maria sarà la Madre adottiva di

 

Giovanni; Giovanni considererà Maria come sua propria Madre e

 

ne avrà cura come un figlio. Si suppone che San Giuseppe fosse già

 

morto; Maria d'altra parte non aveva altri figli che pensassero a

 

lei, né Gesù giudicò opportuno affidarla ai cugini patemi, i

 

cosiddetti « fratelli del Signore », ma al discepolo prediletto che,

 

con probabilità, dal lato materiale gli era veramente cugino, ma che

 

molto più gli era intimo per la fede e per l'amore che gli portava.

 

 

Origene scrisse: « Le parole di Gesù sono la solenne proclamazione

 

della maternità spirituale della Madre sua; Giovanni rappresenta

 

misticamente tutti gli uomini e in particolare coloro che, per mezzo

 

della fede, sono divenuti fratelli di Gesù ».

 

 

 

La prima formulazione teologica della maternità universale di

 

Maria (come Madre della Chiesa) è data da Ruperto di Deutz; ad

 

essa si riferiscono i papi, specialmente nell'epoca moderna. Per

 

esempio, Leone XIII: « Il mistero dell'amore straordinario di

 

Cristo verso di noi appare eloquentemente dal fatto che egli,

 

morendo, volle lasciare sua Madre al discepolo Giovanni come

 

Madre con la memore testimonianza: " Ecco tuo figlio ".

 

In Giovanni, poi, come ha sempre ritenuto la Chiesa, ha designato

 

la persona del genere umano; in primo luogo, di coloro che gli sono

 

uniti per mezzo della fede ». E Pio XI: « Essendole stati affidati sul

 

Calvario tutti gli uomini, Maria. Regina degli Apostoli, protegge e

 

ama coloro che ignorano di essere stati redenti da Gesù Cristo non

 

meno di coloro che godono felicemente dei suoi benefici ».

 

 

Dal magistero ordinario della Chiesa e dall'interpretazione del te

 

sto sacro, risulta l'universale maternità spirituale di Maria. La

 

Chiesa è affidata alla Madre di Gesù.

 

« Donna, ecco il tuo figlio... Ecco la tua Madre ». Giovanni, dopo

 

aver scritto la mirabile pagina sulla preesistenza e l'incarnazione

 

del Verbo e dopo di aver presentato il primo « segno » a Cana

 

avvenuto sotto il patrocinio di Maria, con la parola « Donna »

 

ebbe un certo riferimento e confronto con la prima donna, Eva,

 

madre del genere umano, da cui venne il primo peccato.

 

La maternità spirituale di Maria è essenzialmente contenuta nel

 

mistero dell'Incarnazione; data, cioè, dal primo istante

 

dell'Incarnazione del Verbo. Quando Maria diede il suo consenso,

 

spiritualmente ci ha concepiti e generati. Ma in modo perfetto e

 

completo ci ha adottati come figli sotto la croce, dicendo « sì » al

 

sacrificio redentivo di Gesù e offrendolo, come Madre, al Padre

 

Celeste con perfetta sottomissione al suo volere.

 

Il fiat dell'Incarnazione ebbe il suo completamento supremo sotto

 

la croce. Pio XII notava: « Fu Maria che offrì Gesù all'Eterno

 

Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del

 

suo materno amore, come novella Eva, per tutti i figli di Adamo.

 

In questo modo, colei che quanto al corpo era la Madre del nostro

 

Capo, poté divenire, quanto allo spirito, madre di tutte le sue

 

membra, con nuovo titolo di gloria e di dolore ».


« Io ti saluto - esclama la Chiesa nella festa dell'Addolorata -



o Regina generosa, rosa splendente dei martiri, giglio delle vergini ».


Tratto da: “La Madonna nei Vangeli” a c ura del Centro MATER

DIVINAE GRATIAE, Rosta (Torino)

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