Cari amici, sul Giornale di oggi ricostruisco la storia di un presunto miracolo attribuito all’intercessione di Pio XII, che viene attentamente vagliato in questi giorni dalla postulazione della causa e dalla diocesi di Sorrento-Castellamare di Stabia, nel cui territorio è avvenuto. Si tratta della guarigione dal cancro di una giovane mamma, avvenuta nel 2005, quando la donna era incinta del terzo figlio. Ma la vera sorpresa è un’altra: il marito si era rivolto a Giovanni Paolo II, appena scomparso, e pochi giorni dopo, una notte, ha sognato Papa Wojtyla che gli diceva “Io non posso fare niente. Dovete pregare questo sacerdote”, mostrando una fotografia di un prete smilzo e magro. L’uomo non lo ha riconosciuto. Ma qualche giorno dopo, vedendo per caso su una rivista la foto del giovane Eugenio Pacelli, ha capito che era lui. Sono iniziate novene di preghiera a Pio XII e la donna è guarita. La presenza di “sogni” o “visioni” nei miracoli attribuiti all’intercessione dei Papi non sono una novità, basti pensare a suor Caterina Capitani, guarita nel 1965 per l’intercessione del beato Giovanni XXIII, che lei vide accanto al suo letto. Uno dei dati più interessanti del presunto miracolo (va definito così fintanto che non ci sarà il riconoscimento del Tribunale diocesano, poi della Consulta medica della Congregazione delle cause dei santi, poi del congresso dei teologi, poi di quello dei cardinali e vescovi, infine del Papa) è questo ruolo di Wojtyla, che avrebbe suggerito di pregare Pio XII. Un particolare che lega in qualche modo le due cause di beatificazione, dopo che lo stesso giorno Papa Ratzinger ha promulgato i decreti sulle virtù eroiche di entrambi i predecessori.

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Cari amici questa notizia, sperando risulti vera, mi rallegra molto data la mia stima verso Pio XII, anche perchè, non vi nascondo, che trovo un pochino assurdo che per salire agli onori degli altari il venerabile deve aver compiuto una intercessione miracolosa.
Ora vedremo cosa avranno da dire gli amici Ebrei