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IL BATTESIMO

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2008 11:55
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04/12/2008 11:06

Ancora costoro dicono che:  “Sono stato battezzato da piccolo  senza che potessi dire la mia in merito. Il Battesimo dovrebbe essere fatto solo quando uno ha la possibilità di credere. La Bibbia del resto dice che bisogna prima credere e poi essere battezzati.”


In poche parole affermano che solo chi può esercitare tramite la ragione umana la propria fede può essere battezzato e poiché i bambini questa scelta mediante la ragione non la possono esercitare sono esclusi da tale pratica.
 

Rispondo:


Queste sono le obiezioni più comuni. Comunque se è vero che la Bibbia non dice esplicitamente di battezzare i neonati, d’altro canto non afferma esplicitamente neppure il contrario. Quindi vediamo di capire che cosa la Bibbia vuole dai veri credenti. In questo breve commento mi limiterò a citare esclusivamente la Scrittura. In realtà noi cattolici abbiamo anche la Tradizione e il Magistero della Chiesa a guidarci nei nostri giudizi e, in questo caso, l’insegnamento della Chiesa è unanime e privo di ambiguità: i bambini devono essere battezzati. Quando vi dicono che la Chiesa primitiva non battezzava i neonati vi imbrogliano. O per ignoranza o per malafede vi raccontano delle frottole grandi come mongolfiere. In effetti il primo gruppo che si oppose al battesimo dei bambini appena nati furono gli Anabattisti nel 16° secolo. Prima di allora questo tipo di battesimo era accettato da tutti senza tanti problemi tant’è vero che Lutero e Calvino (usando il principio della Sola Scriptura) lo predicavano nei loro scritti con Lutero che parlava esplicitamente di “rigenerazione battesimale”.

 

In realtà colui che dice “sono stato battezzato da piccolo senza che potessi dire la mia in merito…”


Dovrebbe anche lamentarsi di aver avuto imposto un nome scelto dai soli genitori, di aver dovuto parlare una lingua che magari non gradisce, di avere avuto una cittadinanza che magari non preferisce, un pediatra che ora gli risulta antipatico, un medico di famiglia che non stima, dei maestri e professori scelti dai genitori, una casa che magari vorrebbe rifare, delle foto che avrebbe fatto in pose differenti, dovrebbe insomma ribellarsi per tutto questo con i genitori, e non solo per il battesimo. Quindi la moda del battesimo consenziente è solo un ripetere luoghi comuni. Da maggiorenni si può fare qualunque scelta in totale libertà, senza per questo assillare i genitori che hanno fatto per noi alcune scelte che hanno condizionato la nostra vita. I primi cristiani battezzavano i bambini, ed è storia.


Dagli anticattolici viene pure rimproverato il battesimo dei bambini come violazione della loro libertà: si dovrebbe battezzare il soggetto solo quando è in grado di scegliere.  L'obiezione non regge: infatti la libertà del bambino non si esercita mai a partire dal nulla, ma sempre partendo da una ben determinata condizione creatagli dalla famiglia dove è nato: innanzi tutto la vita stessa (nasce senza aver avuto il diritto di scegliere la vita ), il nome, poi una certa condizione biologica, una certa ereditarietà, una certa condizione sociale, una certa educazione, lo stesso linguaggio e le verità contenute nel linguaggio, un certo ambiente, un certo territorio, una certa patria, una certa casa.  Se i genitori non dovessero insegnare nulla senza il consenso del bambino, questo potrebbe allegramente morire prima di giungere all'età della ragione: credere che sia possibile educare un figlio senza condizionarlo è un'utopia, la nostra libertà non si esercita mai a partire dal nulla ma sempre a partire da precise condizioni.
Ogni uomo inizia a camminare ed è libero di camminare ma sempre a partire da un determinato terreno, che lui non ha scelto, e su cui muoverà i suoi primi passi.


Coloro che educano un figlio all'indifferenza religiosa (cioé sceglierai quello che ti pare, quando sarai grande), credendo in questo modo di rispettare la sua libertà di scelta, in realtà lo condizionano a credere che tutte le scelte si equivalgono: in questo modo il bambino viene educato ad una concezione relativistica e quindi utilitaristica: vero non è ciò che è tale oggettivamente, i comandamenti di Dio che la mia ragione, guidata dalla fede, può conoscere e capire, ma vero diventa ciò che mi conviene per cui criterio di giudizio della realtà non sarà più la ragione ma il desiderio.  Ai genitori spetta il diritto e il dovere di provvedere al bene dei figli e specialmente al loro bene spirituale.

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