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La Chiesa perseguitata

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2010 19:33
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09/08/2009 14:42

La comunità cristiana continua la lotta per la tutela dei diritti delle minoranze

In Pakistan una raccolta di firme contro la legge sulla blasfemia




Islamabad, 8. In Pakistan i cristiani tornano a chiedere con forza l'abolizione della legge sulla blasfemia promuovendo una raccolta di firme.
Nel Paese c'è un clima di timida speranza dopo le aperture del Governo in materia di revisione delle leggi che mettono a repentaglio la pacifica coesistenza tra le diverse comunità religiose. Tuttavia, la comunità cristiana è convinta che soltanto mantenendo viva l'attenzione sulla mancanza di sicurezza si potranno ottenere da parte delle autorità risposte concrete, che non si limitino ai meri proclami. Il segretario esecutivo della Commissione nazionale di Giustizia e Pace (Ncjp), Peter Jacob, ha affermato che il Governo è "più sensibile" che in passato riguardo i problemi causati dalla legge sulla blasfemia, ma un cambiamento sarà possibile solo se sarà attivo "un movimento di massa". Per tale motivo, è stato deciso di lanciare nel Paese una raccolta di firme per abolire la legge che punisce chi dissacra Maometto e il Corano. La normativa è stata spesso usata in maniera abusiva per colpire  con accuse ingiuste le minoranze.
In passato i tentativi di riformare la legge sulla blasfemia hanno incontrato gli ostacoli dei gruppi estremisti che non vogliono un reale cambiamento della nazione. Ma ieri, il primo ministro del Pakistan, Yousuf Raza Gilani, in visita a Gojra, nel Punjab, ha annunciato che si sta pensando a una revisione delle leggi che "mettono a repentaglio l'armonia religiosa". Senza citarla in modo diretto, il primo ministro si sarebbe comunque riferito alla legge sulla blasfemia.
I cristiani perciò proseguiranno nell'opera di pressione affinché vengano affrontate con decisione le opposizioni delle frange estremiste islamiche della nazione. "Abbiamo deciso - ha affermato il segretario esecutivo dell'Ncjp - di promuovere una campagna di raccolta di firme in tutto il Paese e contiamo di raccogliere centinaia di migliaia di adesioni nei prossimi quaranta giorni". Jacob spiega che "l'obiettivo è sensibilizzare le persone" sulla questione perché vi sia un profondo ripensamento della legislazione e una maggiore tutela dei diritti delle minoranze. Il segretario esecutivo dell'Ncjp ha aggiunto di sentirsi cautamente ottimista sull'esito della consultazione popolare. "Non abbiamo a disposizione statistiche ufficiali - ha evidenziato - e i movimenti estremisti che si oppongono al cambiamento sono forti" ma conclude "il sostegno dell'opinione pubblica è maggiore ed è possibile lavorare affinché la legge venga modificata".
Intanto, con sempre maggiore evidenza, emerge che dietro gli attacchi a Korian e Gojra, ci sia stata una strategia ben precisa per colpire in modo diretto e forte la comunità cristiana. La Commissione pakistana per i diritti umani (Hrcp) denuncia, in relazione agli attacchi, ma che non si è trattato "di una reazione spontanea a un caso di blasfemia" ma che questi "sono stati pianificati con largo anticipo". Si ricorda che per l'attacco al villaggio di Korian, da parte dei musulmani estremisti era stato utilizzato il pretesto del ritrovamento, in occasione di una matrimonio, di alcune pagine strappate da un testo contenenti delle trascrizioni coraniche. La violenza ha poi colpito successivamente anche il villaggio di Gojra, provocando in questo caso l'uccisione di otto persone.
In base a quanto riferisce la Hrcp, il 31 luglio scorso nelle moschee del villaggio di Gojra, i leader dei gruppi islamici estremisti avrebbero spinto i seguaci "a fare carne tritata dei cristiani". Secondo la Commissione per i diritti umani, alcune persone hanno fatto presente di avere riferito della minaccia incombente alla polizia che avrebbe confermato il rischio di attacchi. Il giorno dopo, una folla costituita da un migliaio di musulmani si è diretta con furia verso le case dei cristiani. Sempre secondo il racconto della Hrcp, un contingente di poliziotti, che pattugliava la zona, non avrebbe fermato gli assalitori, favorendo così il massacro.
Intanto, anche su alcuni siti gestiti da musulmani, come per esempio l'IslamOnline.net, si rileva che gli attacchi ai cristiani "non sono stati generati dalle comunità locali ma da autori esterni". I sospetti degli investigatori, per ora, si appuntano su organizzazioni estremiste legate ad Al Qaeda.



(©L'Osservatore Romano - 9 agosto 2009)
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