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"Caritas in Veritate" - Carità nella Verità: nuova Enciclica Sociale di Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2010 20:23
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Il cardinale Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

Uno sviluppo umano integrale


di Renato Raffaele Martino

Cardinale, presidente del Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace


La Caritas in veritate è la terza enciclica di Benedetto XVI ed è un'enciclica sociale. Essa si inserisce nella tradizione che siamo soliti far iniziare con la Rerum novarum di Leone XIII e arriva dopo diciotto anni dalla Centesimus annus di Giovanni Paolo II, durante i quali grandi cambiamenti sono avvenuti nella società.
Le ideologie politiche, che avevano caratterizzato l'epoca precedente al 1989, sembrano aver perso di virulenza, sostituite però dalla nuova ideologia della tecnica.

Secondo elemento:  l'accentuazione dei fenomeni di globalizzazione determinati, da un lato, dalla fine dei blocchi contrapposti e, dall'altro, dalla rete informatica e telematica mondiale.

Terzo elemento di cambiamento:  le religioni. Molti osservatori notano che in questo ventennio, pure a seguito della fine dei blocchi politici contrapposti, le religioni sono tornate alla ribalta della scena pubblica mondiale. A questo fenomeno, spesso contraddittorio e da decifrare con attenzione, si contrappone un laicismo militante, e talvolta esasperato, che tende a estromettere la religione dalla sfera pubblica.

Quarto e ultimo cambiamento:  l'emergenza di alcuni grandi Paesi da una situazione di arretratezza, che sta mutando notevolmente gli equilibri geopolitici mondiali. La funzionalità degli organismi internazionali, il problema delle risorse energetiche, nuove forme di colonialismo e di sfruttamento sono anche collegate con questo fenomeno, positivo in sé, ma dirompente e che ha bisogno di essere bene indirizzato. Torna qui il problema della governance internazionale.

Queste quattro grandi novità basterebbero da sole a motivare la scrittura di una nuova enciclica sociale. All'origine della Caritas in veritate, c'è, però, un altro motivo. Essa infatti inizialmente era stata pensata come una commemorazione dei 40 anni della Populorum progressio di Paolo VI.

Il tema della Caritas in veritate non è lo "sviluppo dei popoli", ma "lo sviluppo umano integrale", senza che questo comporti una trascuratezza del primo. Si può dire, quindi, che la prospettiva della Populorum progressio venga allargata, in continuità con le sue profonde dinamiche.

La Caritas in veritate dimostra con chiarezza non solo che il pontificato di Paolo VI non ha rappresentato nessun "arretramento" nei confronti della Dottrina sociale della Chiesa, come troppo spesso si è detto, ma che questo Papa ha contribuito in modo significativo ad impostare la visione della Dottrina sociale della Chiesa sulla scia della Gaudium et spes e della tradizione precedente e ha costituito le basi, su cui si è poi potuto inserire Giovanni Paolo II.

A parte l'utilizzo di alcuni spunti particolari relativi alle problematiche specifiche dello sviluppo dei Paesi poveri, la Caritas in veritate fa proprie tre prospettive di ampio respiro, contenute nell'enciclica di Paolo VI. La prima è l'idea che "il mondo soffre per mancanza di pensiero". La Caritas in veritate sviluppa questo spunto articolando il tema della verità dello sviluppo e nello sviluppo fino a sottolineare l'esigenza di una interdisciplinarità ordinata dei saperi e delle competenze a servizio dello sviluppo umano. La seconda è l'idea che "non vi è umanesimo vero se non aperto verso l'Assoluto" e anche la Caritas in veritate si muove nella prospettiva di un umanesimo veramente integrale. Il traguardo di uno sviluppo di tutto l'uomo e di tutti gli uomini è ancora davanti a noi. La terza è che all'origine del sottosviluppo c'è una mancanza di fraternità. Anche Paolo VI faceva appello alla carità e alla verità quando invitava ad operare "con tutto il loro cuore e tutta la loro intelligenza".

La Caritas in veritate parla anche della attuale crisi economica e finanziaria. La stampa si è dimostrata interessata soprattutto a questo aspetto e i giornali si sono chiesti cosa avrebbe detto la nuova enciclica sulla crisi in atto. Vorrei dire che il tema centrale dell'enciclica non è questo, però la Caritas in veritate non si è sottratta alla problematica. L'ha affrontata, non in senso tecnico, ma valutandola alla luce dei principi di riflessione e dei criteri di giudizio della Dottrina sociale della Chiesa e all'interno di una visione più generale dell'economia, dei suoi fini e della responsabilità dei suoi attori. La crisi in atto mette in evidenza, secondo la Caritas in veritate, che la necessità di ripensare il modello economico cosiddetto "occidentale", richiesta dalla Centesimus annus, non è stata attuata fino in fondo.



(©L'Osservatore Romano - 8 luglio 2009)
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