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"Caritas in Veritate" - Carità nella Verità: nuova Enciclica Sociale di Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2010 20:23
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07/07/2009 21:00

L'economista Stefano Zamagni

Un nuovo ordine economico


di Stefano Zamagni

Università di Bologna

Tre sono i principali fattori strutturali dell'attuale crisi. Il primo concerne il mutamento radicale nel rapporto tra finanza e produzione di beni e servizi consolidatosi nell'ultimo trentennio.
A partire dalla metà degli anni '70 del secolo scorso, i Paesi occidentali hanno condizionato le loro promesse in materia pensionistica a investimenti che dipendevano dalla profittabilità sostenibile dei nuovi strumenti finanziari. Al tempo stesso, la creazione di questi strumenti ha via via esposto l'economia reale ai capricci della finanza, generando il bisogno crescente di destinare alla remunerazione dei risparmi in essi investiti quote crescenti di valore aggiunto.

Il secondo fattore è la diffusione a livello di cultura popolare dell'ethos dell'efficienza come criterio ultimo di giudizio e di giustificazione della realtà economica. Per un verso, ciò ha finito col legittimare l'avidità - che è la forma più nota e più diffusa di avarizia - come una sorta di virtù civica. Per l'altro esso è all'origine dell'alternanza sistematica di avidità e panico.

La terza causa ha a che vedere con la matrice culturale che si è andata consolidando negli ultimi decenni sull'onda del processo di globalizzazione e dall'avvento della terza rivoluzione industriale:  quella delle tecnologie info-telematiche, della quale due aspetti specifici sono rilevanti. Il primo riguarda la presa d'atto che alla base dell'economia capitalistica è presente una seria contraddizione di tipo pragmatico. Quella capitalistica è certamente un'economia di mercato, cioè un assetto istituzionale in cui sono presenti e operativi i due principi basilari della modernità:  la libertà di agire e fare impresa; l'eguaglianza di tutti di fronte alla legge.

Al tempo stesso, però l'impresa capitalistica è andata edificandosi nel corso degli ultimi tre secoli sul principio di gerarchia. Ha preso così corpo un sistema di produzione in cui vi è una struttura centralizzata alla quale un certo numero di individui cedono, in cambio di un prezzo (salario), alcuni dei loro beni e servizi, che una volta entrati nell'impresa sfuggono al controllo di quanti li hanno forniti.

Il secondo aspetto riguarda l'insoddisfazione, sempre più diffusa, circa il modo di interpretare il principio di libertà, e le sue tre dimensioni costitutive:  autonomia, immunità, capacitazione (capacità di azione). Mentre l'approccio liberal-liberista vale ad assicurare la prima e la seconda l'approccio stato-centrico, vuoi nella versione dell'economia mista vuoi in quella del socialismo di mercato, tende a privilegiare la seconda e la terza a scapito della prima. La sfida da raccogliere è allora quella di fare stare insieme tutte e tre le dimensioni della libertà.

È dunque quanto mai opportuna l'insistenza della Caritas in veritate sulla necessità di attuare una governance globale, di tipo sussidiario e poliarchico. Ciò implica il rifiuto di dare vita a una sorta di superstato e l'urgenza di completare e aggiornare l'opera svolta nel 1944 a Bretton Woods quando si disegnò il nuovo ordine economico internazionale. Si tratta di affiancare all'attuale assemblea delle Nazioni unite una seconda assemblea in cui siedano i rappresentanti delle varie espressioni della società civile transnazionale; dare vita al Consiglio di sicurezza socio-economica delle Nazioni unite in appoggio a quelle di sicurezza militare; istituire una Organizzazione mondiale delle migrazioni e una Organizzazione mondiale per l'ambiente; intervenire sul Fondo monetario internazionale per affrontare il problema di una valuta globale e realizzare la riforma delle riserve monetarie globali, come è stato proposto dalla conferenza delle Nazioni unite del 23 giugno scorso.



(©L'Osservatore Romano - 8 luglio 2009)
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