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« Se ho parlato male, dimostralo » 22. Cioè: se trovi riprovevoli le mie parole, indicamene la ragione. « Se non puoi dimostrarlo, perché mi percuoti? ». Non vedi come questo processo si svolga in un clima di confusione, di rabbia e di turbamento? Subdolamente il capo dei sacerdoti lo interrogò: Gesù invece gli rispose correttamente e come si conveniva. Quale avrebbe dovuto essere la logica conclusione di tutto ciò? O confutare, oppure starsene zitti. Invece accadde il contrario; infatti un servo lo schiaffeggiò. Non si trattava quindi di un regolare processo, ma soltanto di violenza e di disordine. E poi, siccome non trovano più nessuna accusa da muovergli, dopo averlo legato, lo mandano da Caifa23.
Intanto Pietro stava a scaldarsi24. Davvero grande era il torpore che si era impadronito di questo discepolo, già fervente e addirittura furioso, quando Gesù veniva trascinato via! Dopo però non si commuove più, ma sta li a scaldarsi, affinchè tu apprenda quanto sia grande la nostra debolezza, allorché Dio ci abbandona alla nostra natura. Interrogato, di nuovo nega. Poi, un parente di quel servo, a cui Pietroaveva tagliato l'orecchio, indignato da questo fatto, disse: « Non ti ho visto ionell'orto? »25. Neppure l'orto richiama alla memoria di Pietro quanto vi è accaduto, e non gli viene in mente quanto affetto, a parole, aveva manifestato in quel luogo; ma per la paura aveva dimenticato tutto. Perché gli evangelisti sono perfettamente concordi nel narrare questo episodio? Non certo per accusare il discepolo, ma per insegnarci quanto sia colpevole il non rimettere tutto a Dio, ma confidare presuntuosamente in sé stessi. Ammira la provvidenza del Maestro, in quanto, sebbene prigioniero e incatenato, si prese molta cura del suo discepolo, svegliandolo dal suo torpore con un solo sguardo e movendolo al pianto.
Lo trascinano dunque da Caifa a Pilato26.
Era stabilito che accadesse questo, perché la pluralità dei giudici dimostrasse, anche loro malgrado, che la verità era stata vagliata. Era di buon'ora. Prima che il gallo cantasse viene condotto da Caifa, e durante la mattinata da Pilato. Con queste parole l'Evangelista ci fa intendere che dalla mezzanotte in poi viene interrogato da Caifa, senza che si potesse provare a suo carico alcun reato: perciò egli lo mandò da Pilato.
22 Gv. 18, 23. 23 Gv. 18, 24. 24 Gv. 18, 25. 25 Gv. 18, 26. 26 Gv. 18, 28.
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