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Sinodo per l'Africa (4-25 Ottobre 2009)

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2009 10:25
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VATICANO

Papa: Africa, coraggio, alzati! Segui il Signore della vita e della speranza


Gli africani che “soffrono povertà, malattie, ingiustizie, guerre e violenze, migrazioni forzate”, sono “figli prediletti del Padre celeste”. La Chiesa è segno di riconciliazione fra le molte etnie. Attuata dai missionari, da 40 anni l’enciclica Populorum progressio di Paolo VI offre la logica più adeguata per lo sviluppo del continente. È urgente correggere la globalizzazione perché sia a favore di tutti i popoli. La solidarietà della Chiesa universale.

Città del Vaticano (AsiaNews)

"‘Coraggio, alzati!…’. Così quest’oggi il Signore della vita e della speranza si rivolge alla Chiesa e alle popolazioni africane, al termine di queste settimane di riflessione sinodale”.
“Coraggio, alzati!” è
l’invito che per 4 volte Benedetto XVI ha rivolto ai partecipanti della messa per la conclusione della II Assemblea speciale per l’Africa, a cui hanno partecipato i 236 vescovi africani e migliaia di fedeli. Le parole “Coraggio, alzati!” sono pure il leit motiv del Messaggio finale del Sinodo.
L’invito è rivolto a tutta la popolazione del continente, “ai fratelli e alle sorelle che in Africa soffrono povertà, malattie, ingiustizie, guerre e violenze, migrazioni forzate”, “figli prediletti del Padre celeste”. Ma è anche rivolto alla Chiesa in Africa perché offra la “fede in Gesù Cristo – [che] quando è bene intesa e praticata – guida gli uomini e i popoli alla libertà nella verità, o, per usare le tre parole del tema sinodale, alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace”.
Il tema del sinodo è infatti “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. ‘Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo’ (Mt 5, 13.14)”.
Il pontefice sottolinea che la Chiesa è “sale” e “luce”, luogo in cui si costruisce un continente pieno di fraternità: “la Chiesa è Famiglia di Dio, nella quale non possono sussistere divisioni su base etnica, linguistica o culturale…. La Chiesa riconciliata è potente lievito di riconciliazione nei singoli Paesi e in tutto il Continente africano”, dalle molte “appartenenze religiose, etniche, linguistiche, culturali e sociali”.
L’impegno della Chiesa e di tutti i cristiani è anche un impegno “sacerdotale”, che “non è più primariamente rituale, bensì esistenziale”: da una parte esso porta a “compimento i sacrifici antichi”, e nello stesso tempo apre al servizio, “a condividere fino in fondo la condizione degli uomini e delle donne del suo tempo, per testimoniare a tutti l’amore di Dio e così seminare speranza”.
Per il papa questo messaggio di salvezza è portato dalla Chiesa attraverso il suo impegno di evangelizzazione e di promozione umana. A tale proposito egli ricorda l’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI, le cui riflessioni sono state attuate dai missionari, “promuovendo uno sviluppo rispettoso delle culture locali e dell’ambiente”, con “una logica che ora, dopo più di 40 anni, appare l’unica in grado di far uscire i popoli africani dalla schiavitù della fame e delle malattie”.
Tale logica è in pratica quella della dottrina sociale della Chiesa, molto apprezzata dai padri sinodali durante le tre settimane dell’assemblea, confermando gli insegnamenti di Giovanni Paolo II e dello stesso Benedetto XVI. Citando la Caritas in veritate, il pontefice afferma l’urgenza di “rinnovare il modello di sviluppo globale, in modo che sia capace di ‘includere tutti i popoli e non solamente quelli adeguatamente attrezzati’ (n. 39). Quanto la dottrina sociale della Chiesa ha sempre sostenuto a partire dalla sua visione dell’uomo e della società, oggi è richiesto anche dalla globalizzazione (cfr ibid.). Questa – occorre ricordare – non va intesa fatalisticamente come se le sue dinamiche fossero prodotte da anonime forze impersonali e indipendenti dalla volontà umana. La globalizzazione è una realtà umana e come tale è modificabile secondo l’una o l’altra impostazione culturale. La Chiesa lavora con la sua concezione personalista e comunitaria, per orientare il processo in termini di relazionalità, di fraternità e di condivisione (cfr ibid., n. 42)”.
“Mentre offre il pane della Parola e dell’Eucaristia – ha ripetuto il papa - la Chiesa si impegna anche ad operare, con ogni mezzo disponibile, perché a nessun africano manchi il pane quotidiano. Per questo, insieme all’opera di primaria urgenza dell’evangelizzazione, i cristiani sono attivi negli interventi di promozione umana”.
“In tale impegnativa missione – ha concluso - tu, Chiesa pellegrina nell’Africa del terzo millennio, non sei sola. Ti è vicina con la preghiera e la solidarietà fattiva tutta la Chiesa cattolica, e dal Cielo ti accompagnano i santi e le sante africani, che, con la vita talora sino al martirio, hanno testimoniato piena fedeltà a Cristo”.

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