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"Il cardinal Martini è un sovversivo"

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2010 23:21
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11/04/2010 19:35


Nuovo scontro lefebvriani-Vaticano

Il cardinale Carlo Maria Martini, ex arcivescovo di Milano



L'abbate Alain Lorans: compie eresie
Ma la Chiesa difende l'ex arcivescovo
di Milano: un attacco ingiustificabile
GIACOMO GALEAZZI
CITTA' DEL VATICANO
«Martini è un sovversivo che ha avuto successo nella gerarchia ecclesiastica e, come Kung, è un ottuagenario contrario alla Chiesa che ha promesse d’eternità». Il sito ufficiale dei lefebvriani, con un durissimo editoriale dell’abbate Alain Lorans, punta l’indice contro l’ex arcivescovo di Milano per le sue «eresie», ossia «l’ordinazione di uomini sposati, l’accesso delle donne agli ordini che precedono il sacerdozio (in attesa di meglio!), l’accesso dei divorziati risposati all’eucarestia, l’appello ai diritti della coscienza individuale contro la disciplina dell’enciclica Humanae vitae».

Gli scismatici graziati da Benedetto XVI equiparano il leader mondiale dell’episcopato progressista al teologo dissidente Hans Kung che proprio ieri ha criticato «la farsa della beatificazione di Pio XXI che ha accomunato la Chiesa allo stato fascista e ha taciuto di fronte alla Shoah». In Vaticano, fanno quadrato a difesa di Martini. «E’ un attacco assurdo e ingiustificabile– ribatte il cardinale Josè Saraiva Martins, appena promosso all’ordine dei vescovi del Sacro Collegio come segno di particolare stima del Pontefice-.Se il vero obiettivo è il Concilio, i lefebvriani sappiano che senza accettarlo resteranno fuori dalla Chiesa». Secondo la Fraternità San Pio X, Martini, che del Concilio è uno degli interpreti più autorevoli, va temuto più di Kung perché «le sue proposte non sono marginali, anzi hanno un vasto seguito all’interno della Chiesa».

Lo spunto per il «J’accuse» è l’ultimo libro del porporato, «Conversazioni notturne a Gerusalemme». Nella bufera dello scandalo provocato dal vescovo negazionista Williamson, gli ultratradizionalisti passano al contrattacco mirando a quei settori ecclesiali più aperti ai temi post-conciliari: dalla possibilità di ordinare uomini sposati, al sacerdozio femminile, alla libertà di coscienza. Il parallelo tra Kung e Martini viene basato dai lefebvriani sulle «soluzioni proposte dal teologo dissidente al Papa per evitare che la Chiesa diventi una setta». E cioè: «ammettere i divorziati risposati alla comunione, rivedere il “no” ai contraccettivi e a abolire il celibato per i preti». Una teologia «sovversiva» che, secondo la San Pio X, avvicina Kung a Martini. I lefebvriani «non devono strumentalizzare e stravolgere il pensiero del cardinale», ammoniscono nei Sacri Palazzi.

«E’ il bue che dice cornuto all’asino: i lefebvriani le corna dell’indisciplina e del rifiuto della dottrina le hanno di sicuro, Martini no- osserva il teologo Gianni Gennari, editorialista di “Avvenire”, quotidiano della Cei-.Restano scismatici e se c’è qualcuno che deve guardare al proprio legame con l’ortodossia e con la comunione della Chiesa cattolica sono loro, quindi lascino in pace le opinioni miti e rispettose di Martini e pensino ai guai di casa loro». Tanto più che «il cardinale ha avanzato ipotesi su questioni che non riguardano direttamente la fede», aggiunge G«nnari:«Gli uomini sposati sono stati ordinati nella Chiesa per un millennio e ancora lo sono nel rito orientale e neppure ammettere le donne ai ministeri di grado inferiore al sacerdozio viola la fede». Quanto all’enciclica «Humanae vitae» che impedisce la contraccezione, «lo stesso Paolo VI fede precisare che non è dottrina di fede e non ha carattere di infallibilità, quindi è immodificabile solo per gli integralisti di destra come Lefebvre». mentre, per il magistero, «una revisione non è eresia». In Curia non va giù «l’ingratitudine verso il gesto di misericordia di Benedetto XVI» e che, «per demolire il Concilio», siano proprio gli scismatici a «dare patenti di ortodossia». Il cardinale Saraiva Martins «disapprova» e richiama alle «proprie responsabilità» gli autori dell’attacco a Martini. «Chiamarlo sovversivo è un paradosso inammissibile», precisa.

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11/04/2010 19:41

Di quand'è questo articolo?
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11/04/2010 19:45

Certo che sentire parlare Gianni Gennari di ortodossia mi vien il volta stomaco
11/04/2010 22:57

7/3/2009
ma che centra?

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12/04/2010 06:23

Re:
martinicm, 11/04/2010 22.57:

7/3/2009
ma che centra?





Era solo curiosità.
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12/04/2010 10:23

Aspettando ulteriori commenti pro o contro la comunità San Pio X vorrei dare il mio contributo alla questione posta.

Se la questione posta dai Lefebvriani è questa: «l’ordinazione di uomini sposati, l’accesso delle donne agli ordini che precedono il sacerdozio (in attesa di meglio!), l’accesso dei divorziati risposati all’eucarestia, l’appello ai diritti della coscienza individuale contro la disciplina dell’enciclica Humanae vitae», hanno pienamente ragione.

E’ strano constatare che le critiche mosse dai Lefebvriani al Martini sono le stesse mossa da tanti altri cattolici più o meno eminenti, solo che a quest’ultimi nessuno si è azzardato di attaccarli con epiteti particolari, mentre ai lefebvriani, in pieno stile “medicina misericordiosa”, puntualmente intervengono personalità di dubbia ortodossia a contro ribattere.

Ma andiamo a vedere cosa rispondono:


«E’ un attacco assurdo e ingiustificabile– ribatte il cardinale Josè Saraiva Martins, appena promosso all’ordine dei vescovi del Sacro Collegio come segno di particolare stima del Pontefice-.Se il vero obiettivo è il Concilio, i lefebvriani sappiano che senza accettarlo resteranno fuori dalla Chiesa».



Caro Cardinale Martines, se le accuse mosse sono vere, e lo sono, l’attacco è più che giustificato!
Mi piacerebbe capire cosa ci azzecca il Vaticano II, perché metterlo sempre nel mezzo?
Costoro hanno accusato Martini non il Concilio, e poi perché minaccia?
Lei forse adesso è divenuto voce della Chiesa? Sta parlando a nome del Santo Padre?
Chi non accetta il Concilio è fuori dalla Chiesa? Allora vuol dire che la Chiesa preconciliare è fuori da se stessa? Mi faccia il piacere!
Ritenete fratelli i protestanti tanto da celebrare insieme in primis il Papa, andando contro il magistero preconciliare e mi viene a dire che costoro sarebbero fuori dalla Chiesa? E cosa cambierebbe? Forse, sicuramente, fuori dalla Chiesa riceverebbero miglior rispetto dai relativisti progressisti che lei difende.
Si perché mentre i protestanti, veri eretici, vengono onorati e quasi osannati da costoro, i Lefebvriani, che non sono eretici, vengono oltraggiati e attaccati come fossero la peste, e tutto questo in conformità alla cosiddetta medicina della misericordia, si ma per gli apostati!

Andiamo avanti:


I lefebvriani «non devono strumentalizzare e stravolgere il pensiero del cardinale», ammoniscono nei Sacri Palazzi.



Intanto l’articolo è forzato poiché i Sacri Palazzi non hanno detto nulla, ha solo parlato un cardinale di nuova promozione che, forse, si vuol mettere un pochino in evidenza.
Detto questo, non è strumentalizzato un bel nulla, il pensiero di Martini è palese nel suo libro ed anche un ignorante come me l’ha capito, certo si potrà rispondere che è il pensiero personale cioè privato di Martini, rispondo che era privato sino a quando non è stato reso pubblico su un libro a largo consumo, è così tanto privato da aver influenzato centinaia di cattolici (Sic!).

Andiamo avanti poiché adesso viene il bello:


«E’ il bue che dice cornuto all’asino: i lefebvriani le corna dell’indisciplina e del rifiuto della dottrina le hanno di sicuro, Martini no- osserva il teologo Gianni Gennari, editorialista di “Avvenire”, quotidiano della Cei-.



Che argomentazione stringente!
Certo che Gennari avrà guardato se stesso nel prendere l’esempio del bue cornuto, detto proprio da uno che ha fatto le corna a Cristo tradendolo con una donna dopo la promessa che aveva fatto, beh, è veramente ridicolo!
A questo punto si potrebbe rispondere che il Cervo dice cornuto al bue!

Ma l’illustre “teologo” continua:


Restano scismatici e se c’è qualcuno che deve guardare al proprio legame con l’ortodossia e con la comunione della Chiesa cattolica sono loro, quindi lascino in pace le opinioni miti e rispettose di Martini e pensino ai guai di casa loro»



Caro “teologo” da quando scismatico equivale a eretico? I Lefebvriani sono pienamente ortodossi sempre che lei non reputi la Chiesa preconciliare eretica!
I guai di casa Lefebvre sono ridicole se paragonate a quelle di casa Romana Chiesa causate da voi progressisti relativisti!


Tanto più che «il cardinale ha avanzato ipotesi su questioni che non riguardano direttamente la fede»,



Invece riguardano proprio la fede.


Gli uomini sposati sono stati ordinati nella Chiesa per un millennio e ancora lo sono nel rito orientale



Qui si tocca il culmine dell’idiozia!
Chiama scismatici=eretici i Lefebvriani e poi per argomentare contro costoro, ma anche contro la Chiesa, chiama in causa i veri scismatici, gli Ortodossi, che per logica dovrebbero essere eretici anche loro, e invece no, essi sono da esempio! Se sono nel giusto allora si faccia Ortodosso, ma lei non si fa Ortodosso poiché sa che alla sua prima uscita la scomunicherebbero per la sua dottrina progressista, si sa, infatti, che gli Ortodossi, in linea con la Traditio, non praticano la medicina della misericordia.
Ma andiamo anche all’affermazione del tutto falsa che per un millennio i preti si sposavano.
Risulta che l’obbligo del celibato sacerdotale è in vigore fin dal IV secolo. Ma nello stesso tempo va rilevato che i legislatori del IV sec. sostenevano che questa legge ecclesiastica era fondata su una tradizione Apostolica. Diceva per esempio il Concilio di Cartagine (del 390): “Conviene che quelli che sono al servizio dei divini misteri siano perfettamente continenti (continentes esse in omnibus), affinché ciò che hanno insegnato gli Apostoli e ha mantenuto l’antichità stessa, lo osserviamo anche noi”.
Successivamente il Magistero della Chiesa, attraverso Concili e documenti, ha sempre ribadito ininterrottamente le disposizioni sul celibato ecclesiastico. Lo stesso Concilio Ecumenico Vaticano II ha riaffermato, nella dichiarazione Presbyterorum ordinis, lo stretto legame tra celibato e Regno di Dio, vedendo nel primo un segno che annuncia in modo radioso il secondo.


e neppure ammettere le donne ai ministeri di grado inferiore al sacerdozio viola la fede



Ma violano l’ordine costitutivo della Chiesa, la Chiesa è stata costituita così, sia da Cristo che dagli apostoli, anzi quest’ultimi erano più intransigenti dell’attuale Chiesa, non si comprende per quale motivo violare questo dato costitutivo.


Quanto all’enciclica «Humanae vitae» che impedisce la contraccezione, «lo stesso Paolo VI fede precisare che non è dottrina di fede e non ha carattere di infallibilità, quindi è immodificabile solo per gli integralisti di destra come Lefebvre».



Qui si tocca l’assurdo, il fatto che l’enciclica non è di carattere infallibile non vuol dire che è errata, essa fa parte del Magistero Ordinario del Papa, Magistero che deve essere, fino a prova contraria, obbedito senza sé e senza ma.
In tutta sincerità non mi risulta alcuna affermazione di Paolo VI che pubblicamente, come Pastore e Maestro della Chiesa, dica che la sua enciclica non sia dottrina di fede, il che se l’avesse detto sarebbe stato un imbecille, e qui l’epiteto ci vuole, a che fare avrebbe scritto un enciclica di tal durezza e ortodossia dove ha ricevuto grandi attacchi per poi dire che non è dottrina di fede? Assurdo ed impossibile a dirsi!
Aggiungo poi, che anche il Vaticano II, da cui lei pende, non è infallibile.

L’epiteto del integralisti di destra oltre ad essere del tutto gratuito lo si può rimandare indietro verso un teologo di estrema sinistra come lei.


In Curia non va giù «l’ingratitudine verso il gesto di misericordia di Benedetto XVI» e che, «per demolire il Concilio», siano proprio gli scismatici a «dare patenti di ortodossia»



Mio caro teologo il Concilio è messo in discussione da parecchi studiosi cattolici in piena comunione con il Papa, non solo dai Lefebvriani, non dica sciocchezze, il fatto stesso che Ratzinger abbia tracciato una linea ermeneutica detta della continuità è molto significativo poiché dimostra che il Vaticano II è in rottura con il Magistero pre conciliare, ed è solo con una interpretazione in continuità con il Magistero pre conciliare che si può accettare quel Concilio, ma è anche un dato di fatto che questa ermeneutica della continuità non poche volte ha difficoltà con i testi conciliari e con quelli post conciliari e questo il Papa lo sa, ecco perché egli stesso ha tolto la scomunica ai Lefebvriani, i tanti odiati dai progressisti, ed ha convocato dei colloqui dottrinali con essi, proprio per definire una volta per tutte il significato del Vaticano II, e questo risultato ancora deve arrivare, arriverà alla fine dei colloqui con la FSSPX.
I Lefebvriani poiché sono ortodossi nella fede possono permettersi di dire chi lo sia e chi no.
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12/04/2010 10:25

Dimenticavo questa chicca:


Gli scismatici graziati da Benedetto XVI equiparano il leader mondiale dell’episcopato progressista al teologo dissidente Hans Kung



Grazie per aver confermato quanto dico da sempre, sic!!!
12/04/2010 14:41



Il celibato sacerdotale è la prassi della Chiesa cattolica di rito latino di ordinare presbiteri e vescovi soltanto quei battezzati che hanno scelto il celibato per il Regno, oppure i vedovi non risposati. Non viene considerato un dogma di fede, ma una scelta ecclesiale; prova ne è il fatto che i sacerdoti cattolici di rito orientale possono scegliere se sposarsi oppure rimanere celibi (e in effetti la maggior parte di loro sceglie di sposarsi).

Cattolici di rito orientale non Ortodossi


Il celibato ecclesiastico, caldeggiato da più parti, divenne effettivamente vincolante solo con il Concilio di Trento, che ne sancì, in forma inequivocabile, l'obbligo, per tutti coloro che dovessero essere ordinati sacerdoti

infine, tanto per chiarire che non sono sempre daccordo con Martini, io ritengo la scelta del celibato sacerdotale giusta e al momento, al momento perchè solo lo SS ne potrà ispirare un'altra, l'unica possibile, ma ci si potrebbe domandare, come qualcuno si domanda, se il celibato sacerdotale è cosi importante perchè non viene esteso anche a gli altri riti cattolici?
12/04/2010 14:58

Domande al cardinale

Se si vuole salvare la Chiesa cattolica, Apostolica e Romana, facciamo sposare i preti, altrimenti sarà la fine del cattolicesimo.
Marco Bianchi, Roma

Eminenza, ho letto le sue parole sull’opportunità di modificare le regole di accesso al sacerdozio. Personalmente non penserei ad un’estensione dell’ordine agli sposati, ma inizierei da un accorciamento del percorso formativo (7 anni, tanti!), specie per le vocazioni adulte. Si potrebbe pensare a un modello che ricalchi quello per la formazione dei diaconi.
Claudio Buzzi, Asola (Mantova)

Dire che per cambiare basta abolire il celibato dei sacerdoti della Chiesa Cattolica Romana, è troppo semplicistico, ma è un fattore su cui si dovrà meditare.
Giampiero Vallivero, Biella

Risposta di Martini
Non pochi ritornano, a proposito dell’affermata decadenza della Chiesa, al rimedio di abolire nella Chiesa latina il legame tra celibato e sacerdozio. Sono d’accordo con chi afferma che si tratterebbe di un rimedio semplicistico, anche se il tema merita considerazione. Però quello che conta è anzitutto il sacerdozio dei fedeli. I presbiteri sono al servizio del sacerdozio di tutti i fedeli e non viceversa. Ciò posto è evidente dal Nuovo Testamento che il celibato per il Regno di Dio è un grande valore evangelico e non è necessariamente legato al presbiterato. La Chiesa latina richiede che i candidati al presbiterato abbiamo anche il dono del celibato. Ma recentemente Benedetto XVI ha fatto una eccezione importante, permettendo che i sacerdoti anglicani che rientrano nella comunione cattolica possano essere ordinati preti anche se sposati. Ritengo che la posizione dell'autore della seconda lettera, che parla di un accorciamento del programma educativo, sia da tenere in considerazione. Ma più che di «un accorciamento » si dovrebbe trattare di una semplificazione. Vi sono situazioni, nel mondo variegato del cattolicesimo universale, in cui non si richiedono da un prete studi universitari, ma soprattutto un buon senso pratico e una capacità di toccare il cuore della gente.



Sono una nonna, insegnante in pensione. Le rivolgo una domanda che da tempo mi pongo: perché la Chiesa non autorizza le suore a svolgere parte dei ministeri che si attribuiscono ai sacerdoti?
Nives Sandri, Genova


Bisognerebbe istituire il sacerdozio femminile: l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, proclamata il 10 dicembre 1948 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite, recita infatti: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e debbono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». L’articolo 21.1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, allegata al trattato di Lisbona, afferma: «È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso...».

Mario Scarbocci, San Donato Milanese

Risposta di Martini
Riconosco che le suore sono utilissime nell’ambito parrocchiale e meritano un maggior riconoscimento, ma ciò non vuol dire che esse possano sostituire in tutto i presbiteri. Il sacerdozio delle donne è stato escluso ancora ultimamente da Papa Giovanni Paolo II. Recentemente si sono avute ordinazioni presbiterali ed episcopali di donne in diverse parti della Comunione Anglicana. Ciò ha creato molte opposizioni interne e non pochi presbiteri anglicani e anche qualche vescovo sono passati alla Chiesa cattolica. Nell’agire della Chiesa latina non v’è discriminazione, perché tutti i cristiani sono uguali e hanno gli stessi diritti, ma non esiste per nessuno il diritto a essere ordinato prete. Ci sarebbe ancora il discorso delle pari opportunità, ma esso non è ancora entrato bene nella prassi della gente.




27 dicembre 2009
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12/04/2010 15:42

Re:
martinicm, 12/04/2010 14.41:



Il celibato sacerdotale è la prassi della Chiesa cattolica di rito latino di ordinare presbiteri e vescovi soltanto quei battezzati che hanno scelto il celibato per il Regno, oppure i vedovi non risposati. Non viene considerato un dogma di fede, ma una scelta ecclesiale; prova ne è il fatto che i sacerdoti cattolici di rito orientale possono scegliere se sposarsi oppure rimanere celibi (e in effetti la maggior parte di loro sceglie di sposarsi).

Cattolici di rito orientale non Ortodossi


Il celibato ecclesiastico, caldeggiato da più parti, divenne effettivamente vincolante solo con il Concilio di Trento, che ne sancì, in forma inequivocabile, l'obbligo, per tutti coloro che dovessero essere ordinati sacerdoti

infine, tanto per chiarire che non sono sempre daccordo con Martini, io ritengo la scelta del celibato sacerdotale giusta e al momento, al momento perchè solo lo SS ne potrà ispirare un'altra, l'unica possibile, ma ci si potrebbe domandare, come qualcuno si domanda, se il celibato sacerdotale è cosi importante perchè non viene esteso anche a gli altri riti cattolici?



Lo sappiamo benissimo che il celibato non è un dogma, speriamo che lo diventi.
L'unico rito in cui non vige l'obbligo del celibato per i soli preti, i vescovi devono essere celibi, è quello Orientale, ti chiederai il perchè, semplice non hai mai sentito parlare di uniati?
Il rito orientale cattolico in pratica è la copia degli ortodossi, furono creati ex novo dopo lo scisma con l'Oriente, in pratica sono dei cloni.
Ecco perchè questo rito ha le stesse caratteristiche degli Ortodossi, infine il "teologo" Gennaro non ha specificato a quali orientali si riferiva.

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12/04/2010 15:50

Sulla possibilità delle donne sacerdoti nella Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis (22 maggio 1994) di Giovanni Paolo II, il Papa affermava che «la dottrina circa l’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini» è «conservata dalla costante e universale tradizione della Chiesa» e dichiarava perciò che «la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa» (EV/14, nn. 1347-1348)

Una successiva «Risposta» della Congregazione per la Dottrina della Fede (28 ottobre 1995: EV/14, n. 3271; si veda anche l’annesso commento: nn. 3274-3282) ha chiarito che questo insegnamento di Giovanni Paolo II rientra esattamente nella categoria del «magistero ordinario universale», per cui qui il Papa non ha fatto altro che prendere atto di ciò che da sempre fa parte della fede della Chiesa e lo ha riproposto con la sua autorità magisteriale ai nostri giorni.
Ergo fa parte del Magistero infallibile dunque tale decisione è immutabile.
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12/04/2010 15:53


Ma recentemente Benedetto XVI ha fatto una eccezione importante, permettendo che i sacerdoti anglicani che rientrano nella comunione cattolica possano essere ordinati preti anche se sposati.



A me non risulta, mi risulta nel caso di coloro che già erano presbiteri anglicani ma sposati ma non per chi debba ancora esserlo.
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12/04/2010 15:59

Re:
martinicm, 12/04/2010 14.41:





Il celibato ecclesiastico, caldeggiato da più parti, divenne effettivamente vincolante solo con il Concilio di Trento, che ne sancì, in forma inequivocabile, l'obbligo, per tutti coloro che dovessero essere ordinati sacerdoti






Chi ha scritto questo mente sapendo di mentire, qui troverai tutte le risposte: famigliacattolica.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...
12/04/2010 20:06

infine il "teologo" Gennaro non ha specificato a quali orientali si riferiva

si sta parlando di accuse ad un vescovo cattolico, che centrano gli ortodossi nel contesto del discorso??
12/04/2010 20:14

Riconosco che le suore sono utilissime nell’ambito parrocchiale e meritano un maggior riconoscimento, ma ciò non vuol dire che esse possano sostituire in tutto i presbiteri. Il sacerdozio delle donne è stato escluso ancora ultimamente da Papa Giovanni Paolo II.

Appunto dice che sono utilissime ma non possono sostituire in tutto i presbiteri e quel "tutto" è chiaro che si riferisce alle funzioni proprie dello stato sacerdotale.

Ricordo, fra l'altro, che Martini non vedeva troppo di buon occhio le femmine chierichetto
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Re:
martinicm, 12/04/2010 20.06:

infine il "teologo" Gennaro non ha specificato a quali orientali si riferiva

si sta parlando di accuse ad un vescovo cattolico, che centrano gli ortodossi nel contesto del discorso??




Scusa chi è il vescovo?
Martini?
Ma non lo è più o sbaglio?
E non è più nemmeno Cardinale, allora perchè chiamarlo ancora tale?
Io credo che lo si continua a chiamare così solo per dare forza alle sue opinioni.
Comunque, dire rito orientale senza specificare "cattolico" induce all'errore dato che anche gli Ortodossi vengono definiti tali.
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Re:
martinicm, 12/04/2010 20.14:

Riconosco che le suore sono utilissime nell’ambito parrocchiale e meritano un maggior riconoscimento, ma ciò non vuol dire che esse possano sostituire in tutto i presbiteri. Il sacerdozio delle donne è stato escluso ancora ultimamente da Papa Giovanni Paolo II.

Appunto dice che sono utilissime ma non possono sostituire in tutto i presbiteri e quel "tutto" è chiaro che si riferisce alle funzioni proprie dello stato sacerdotale.

Ricordo, fra l'altro, che Martini non vedeva troppo di buon occhio le femmine chierichetto




Peccato che però Martini non dica tutta la verità, infatti dice: "Il sacerdozio delle donne è stato escluso ancora ultimamente da Papa Giovanni Paolo II."
Mentre la Verità è che il sacerdozio delle donne è stato escluso in maniera definitiva.
Egli, implicitamente, sembra lasciare, nella mente delle persone, la porta ancora aperta quando invece è stata lucchettata.
12/04/2010 20:18

Si lo so che la prima dichiarazione sul celibato sacerdotale è del 386, ma di fatto la ratifica ufficiale fu data col concilio di trento
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Re:
martinicm, 12/04/2010 20.18:

Si lo so che la prima dichiarazione sul celibato sacerdotale è del 386, ma di fatto la ratifica ufficiale fu data col concilio di trento




Non fu data alcuna ratifica ufficiale, fu solamente riaffermato il celibato contro l'errore della Riforma protestante, questo modo di argomentare è simile a quello dei protestanti che poichè leggono nel Concilio di Trento le definizioni sul Canone dell'A.T. credono che la Chiesa in quel Concilio decise per il Canone lungo, quando invece la Chiesa ha sempre avuto il canone anticotestamentario di 46 libri, anche qui, Trento non fa altro che confermare tale Canone contro l'errore della Riforma che aveva escluso sette di questi libri.
12/04/2010 20:37

Il Vescovo emerito è un vescovo che ha occupato la cattedra di una diocesi, o ha ricoperto il ruolo di presidente di una Commissione o una Congregazione, e che si è ritirato, perché trasferito ad altri incarichi, per motivi di salute o per raggiunti limiti di età.

A norma del codice di diritto canonico, tutti i vescovi devono presentare le dimissioni dal proprio incarico, una volta compiuto il settantacinquesimo anno di età, al papa; sta a lui accettarle o rifiutarle; solitamente il Papa le rifiuta in un primo momento, nominando nel frattempo un successore per l'incarico vacante.

Nel caso in cui sia stato pastore di una diocesi, pur non esercitando più il suo compito, il vescovo conserva il titolo di quella diocesi, con l'appellativo di emerito.

Dunque vescovo!

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