martinicm, 10/05/2010 20.24:
Per tornare ai compiti del concilio in riferimento alla liturgia della chiesa, Ratzinger
osserva che era innanzitutto necessario «forzare il muro del latino», operazione senza della
quale la liturgia non sarebbe potuta entrare in funzione né come annunzio né come invito
alla preghiera 19. Dopo questo passaggio, apparve ancora più chiaro che la struttura della
liturgia era rimasta sempre ricoperta da moltissimi orpelli superflui, aventi valore
puramente storico. Da qui, Ratzinger individua il passo successivo come compito del
concilio, cioè «riconoscere che la necessaria riforma non può avvenire mediante una
correzione puramente stilistica, ma, perché il rinnovamento non sia soltanto una
correzione superficiale, esige anche una rinnovata teologia della liturgia»20
Cfr. J. RATZINGER, Problemi e risultati del Concilio Vaticano II, Queriniana, Brescia 1967.
19 Cfr. ibid., 27.
20 Ibid., 28.
Articolo tratto da:
E. BRANCOZZI, La recezione magisteriale del Vaticano II a cinquant’anni dalla convocazione, in: «Sacramentaria e Scienze Religiose» XVIII (2009/33) 51-68.
Che ridere.
In primis quel testo di Ratzinger è del periodo in cui lo stesso confesserà di esser appartenuto per poco ai progressisti e di aver capito dopo l'errore che stava commettendo, e questo è palese anche da ciò che lui stesso ha scritto nel blando articolo da te citato, difatti il Concilio non asserisce mai di superare il Latino ma di mantenere il Latino.
Che poi l'eliminare il Coram Dei, le genuflessioni, le decine di segni della Croce e tante altre cose siano da considerarsi orpelli superflui è una boiata colossale.
Infine già il Conciliabolo è casusa di tutti i mali attuali lo si cita senza citarlo e mettendogli in bocca cose che il Conciliabolo non dice, non si fa altro che più danno di quanto non abbiano fatto finora.