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Coincidenza vuole che nel mio profilo di FB si stia parlando di Paolo VI e il NOM, ecco cosa dice un mio amico Davide:
La discriminante e' sempre la stessa: il solco della Tradizione... la NOM e' stata creata dal buon Bugnini e avallata tacitamente da Paolo VI, con l'intento di creare una Messa "compatibile" (se non - peggio ancora - indistinguibile) alla messa protestante, questi i fatti, contro i quali non ci sono argomentazioni che tengano!
Sia Bugnini che Paolo VI se ne sono altamente infischiati della bolla di S.Pio V sull'immutabilita' della Messa Cattolica!
In risposta a ciò è intervenuto un altro amico, Francesco:
stiamo attenti a non confondere cose diverse. La bolla di San Pio V parla appunto dell'immutabilità del rito romano. Non dice che non se ne possano aggiungere altri, altrimenti dovremmo dire che tutte le molteplici liturgie cattoliche diverse da quella tridentina sono invalide... cosa assurda. Il NOM se celebrato correttamente, non è eretico, sebbene sia innegabile il fatto che è più sfumato rispetto a quello straordinario. Potremmo dire, un po' come per il Concilio, che in sè non è contro la Tradizione, ma per come è formulato lascia spazio agli abusi.
In risposta a Francesco (Lui è per il VOM ma è meno duro nei confronti del NOM) sono intervenuto io: Francesco le tue interpretazioni sono in pieno stile post conciliare.
San Pio V parla del Rito Romano come immutabile, dunque non solo irreformabile ma nemmeno che ci poteva essere un altro Rito Romano parallelo ad esso, quanto valeva a questo punto lasciare spazio a possibili cangiamenti di quel stesso Rito.
Se San Pio V avesse saputo che secoli dopo un altro Papa si fosse inventato una versione del Rito Romano di sicuro avrebbe aggiunto un anatema in più, ma dal silenzio di un testo non si possono costruire nuove ipotesi o dottrine. |
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