Quanto poi al libro di Lang pp.17-25 sulla ricezione delle prescrizioni Conciliari o presunte tale, la buonanima di Padre Falsini ricorre ad un raffinato strumento retorico per una presunta confutazione di quanto affermato da Padre Lang. A p.17 Lang dice il vero, ossia che la Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia (Sacrosantum Concilium) non fa alcun cenno ad altari o orientamento.
Questo dato di fatto viene messo in discussione dal Falsini ricorrendo ad un argomento estraneo, diremmo un argomento di sottofondo: sì, magari ha ragione Lang, ma lo spirito del Concilio era diverso ed io l'ho vissuto da protagonista.
Va bene, ma ciò non basta a dimostrare che nella Sacrosantum Concilium si parla di argomenti in realtà assenti in quel testo.
Siccome però tutto fa brodo, Falsini aggiunge la rubrica di San Pio V relativa alle situazioni delle grandi basiliche romane, orientate in modo tale che orientamento geografico e orientamento della celebrazione coincidano con l'orientamento verso il popolo. Pure, come lo stesso Lang dimostra, in quel caso il sacerdote non era orientato al popolo, bensì all'Oriente geografico, simbolo potente del Signore che ritorna nella Sua Parusia.
Poi Falsini continua con sue personali memorie e riflessioni piuttosto intrise di pregiudizio. L'elemento fondamentale viene infatti omesso. Lo si ritrova invece a p.19 di Lang. Si tratta delle rubriche del messale di Paolo VI relative alla seconda parte della Santa Messa. Dice Lang:
"Le rubriche del rinnovato Missale Romanum di papa Paolo VI presuppongono un orientamento comune del sacerdote e del popolo <verso oriente ndr> per il momento culminante della liturgia eucaristica. L'Istruzione Inter Oecumenici indica che al momento dell'Orate fratres, della Pax Domini, dell'Ecce Agnus Dei e del Ritus Conclusionis, il prete deve volgersi verso i fedeli. <...> La terza Editio Typica del rinnovato Missale Romanum, approvata da papa Giovanni Paolo II il 10 Aprile 2000 e pubblicata nella primavera del 2002 mantiene queste rubriche."
In breve è evidente che tuttora stando alle rubriche del messale ci sono momenti nei quali è richiesto al sacerdote di volgersi verso il popolo. Ciò presuppone che la sua posizione abituale sia verso oriente (che non è solo un fatto di orientamento geografico, bensì una direzione spirituale nella quale il Sacerdote è guida del popolo), ovvero spalle al popolo.
La "comunitarietà" della Messa può infatti sussistere solo nella prima parte, relativa alle letture, al Vangelo e all'omelia, fino all'Offertorio. Dopo però è logico ed è evidente che il sacerdote deve essere rivolto verso oriente. Ciò presuppone anche che il prete non debba stare al di là dell'altare per celebrare di fronte al popolo. Infatti la messa show dove sacerdote e fedeli sono faccia a faccia è anche logicamente una celebrazione chiusa fra due attori. Quando invece sacerdote e fedeli sono nella stessa direzione essi si relazionano con un Terzo invisibile che è appunto il Signore.
In merito alla verticalità molto è stato detto. Ciononostante si da il caso che per secoli e secoli le chiese abbiano avuto pianta a croce latina e si siano cristallizzate nella forma a navata con un abside finale. Le eccezioni come i mausolei o le cappelle costruite sulle tombe dei santi e dei martiri avevano forma circolare per consentire la sola deambulazione.
Ad ogni modo Falsini non ha mai potuto negare in questo articolo le verità espresse da Lang nel suo volume. Anzi ci ha solo girato intorno con argomentazioni di colore ma non giuridiche, nè normative, nè tantomeno in grado di confutare le tesi di Lang. Se si voleva dimostrare che il Concilio nella sua Costituzione sulla liturgia ha parlato di altari e orientamento di sicuro non si è riusciti nell'intento. Infatti basta leggere la Sacrosantum Concilum per accorgersi che Lang ha ragione!
1. La bontà dell'orientamento versus Deum, come caldeggiata da Lang e Ratzinger prescinde, beninteso, dalle determinazioni conciliari (non è dogma di fede).
2. Comunque, Falsini si sforza di dimostrare che il Concilio volle 'girare gli altari'. Ma per farlo, cita oscure istruzioni di sottocommissioni, che tra l'altro si limitano a dire che è 'consentita' la celebrazione al popolo. Ora, è credibile che una riforma di quella rivelanza (forse la maggiore di tutte, insieme con l'abbandono del latino), se fosse stata voluta, non sarebbe stata esplicitata?
3. Sull'intepretazione dell'habemus ad Dominum Falsini omette la pregnanza dell'antico invito "Conversi ad Dominum".
Ringrazio gli amici della Redazione Messainlatino e il dott. Francesco Colafemmina per i preziosi contributi a questo messaggio.