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La Chiesa perseguitata

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2010 19:33
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29/07/2009 07:59

Nel nord del Paese riprendono gli attacchi di matrice fondamentalista islamica

Una chiesa data alle fiamme nei nuovi scontri in Nigeria




Bauchi, 28. Anche una chiesa è stata data alle fiamme nei disordini di matrice fondamentalista islamica riesplosa nelle ultime ore nel nord della Nigeria. A meno di otto mesi dalle violenze che provocarono centinaia di morti a Jos, sono almeno altre centocinquanta le vittime registrate tra sabato e ieri negli Stati settentrionali nigeriani di Yono, Kano, Bauchi e Borno. In quest'ultimo è stata appunto incendiata una chiesa a Gamboru-Ngala.
Le tensioni non hanno abbandonato dunque il nord della Nigeria. Riportiamo di seguito un elenco in ordine cronologico dei principali episodi di violenza religiosa ed etnica in Nigeria, Paese costituito da almeno duecento gruppi etnici e diviso circa a metà tra musulmani e cristiani.
Nel 2000 migliaia di persone sono state uccise nel nord della Nigeria quando non musulmani, contrari all'introduzione della legge della sharia islamica, combattevano contro i musulmani che ne chiedono l'applicazione nello Stato settentrionale di Kaduna.
Nel settembre 2001, la violenza divampò dopo le preghiere dei musulmani a Jos. Vennero incendiate chiese e moschee. Secondo la relazione presentata nel 2002 da una commissione istituita dal Governo dello Stato di Plateau, negli scontri rimasero uccise almeno 915 persone.
Nel novembre 2002 almeno 215 persone morirono nei disordini scoppiati nella città settentrionale di Kaduna in seguito a un articolo che scherniva il profeta Maometto.
Nel maggio 2004 centinaia di persone, per la maggior parte Fulani musulmani, furono uccisi dalla milizia Tarok nella città di Yelwa, nella Nigeria centrale. I sopravvissuti raccontarono di aver seppellito 630 cadaveri. La polizia parlò di "centinaia di persone" uccise.
Più tardi, in questo stesso mese, alcuni militanti musulmani e cristiani si confrontarono in maniera cruenta nelle strade della città settentrionale di Kano. I leader della comunità cristiana affermarono che vennero uccise circa seicento persone, per la maggior parte cristiani, nei due giorni di sommosse da parte dei musulmani.
Nel febbraio 2006 ci furono 157 morti in una settimana di sommosse. Le violenze iniziarono nella città nord-orientale di Maiduguri, quando la protesta musulmana contro alcune vignette satiriche sul profeta Maometto sfuggì di mano. Seguirono al sud diversi attacchi per vendetta.
Nel novembre 2008 scontri tra bande scatenate da una contestata elezione alla presidenza del Governo locale, provocarono la morte di almeno 400 persone nella città centrale di Jos. In quella circostanza alcune chiese e moschee vennero date alla fiamme.
Il 22 febbraio 2009, un giorno dopo gli scontri nei quali rimasero uccise 11 persone, il governatore dello Stato di Bauchi impose il coprifuoco notturno alla città. Negli scontri almeno 28 persone rimasero gravemente ferite e molte abitazioni , chiese e moschee vennero date alle fiamme.
Nel luglio 2009 Boko haram, che significa "educazione illegale", dopo l'arresto di alcuni suoi membri, perpetrò degli attacchi nella città nord-orientale di Bauchi. Vennero uccise oltre cinquanta persone e compiuti più di 100 arresti, il che spinse il governatore dello Stato di Bauchi a imporre il coprifuoco notturno nella capitale della regione. Boko haram, che si oppone all'educazione occidentale ed esige che venga adottata la sharia in tutta la Nigeria, minacciò di compiere ulteriori attacchi contro le forze di sicurezza.
Nel  febbraio  di  quest'anno  Benedetto XVI aveva ricevuto i presuli della Conferenza episcopale della Nigeria in visita ad limina.
"L'immagine meravigliosa - sono parole del Papa - della Gerusalemme Celeste, la riunione di innumerevoli uomini e donne di ogni tribù, lingua, popolo e nazione redenti dal Sangue di Cristo, vi incoraggi ad affrontare la sfida del conflitto etnico laddove è presente, anche in seno alla Chiesa! Esprimo il mio apprezzamento per quanti di voi hanno accettato una missione pastorale al di fuori dei confini del proprio gruppo linguistico o regionale e ringrazio i sacerdoti e le persone che vi hanno accolto e sostenuto. La vostra disponibilità ad adattarvi agli altri è un segno eloquente del fatto che, quale nuova famiglia di tutti coloro che credono in Cristo nella Chiesa non c'è posto per alcun tipo di divisione".
Benedetto XVI sottolineò l'importante servizio reso alla Nazione dai presuli nigeriani:  "Avete mostrato - disse - impegno nel dialogo fra le religioni, in particolare con l'islam. Con pazienza e perseveranza si instaurano forti rapporti di rispetto, amicizia e cooperazione concreta con i membri di altre religioni. Grazie ai vostri sforzi di promotori di buona volontà intelligenti e instancabili, la Chiesa diverrà un segno e uno strumento più chiari di comunione con Dio e dell' unità con l'intera razza umana".
Il Papa rivolse altresì parole di apprezzamento per l'impegno dei vescovi nigeriani a trarre dai principi cattolici analisi illuminanti e anche prassi per tentare di risolvere gli attuali, difficili problemi nazionali.
"La legge naturale - sottolineò - inscritta dal Creatore nel cuore di ogni essere umano e il Vangelo, correttamente compreso e applicato alle realtà politiche e civili, non riducono in alcun modo la gamma di valide opzioni politiche. Al contrario, costituiscono una garanzia per tutti i cittadini di una vita di libertà, con rispetto per la loro dignità di persone e tutela dalla manipolazione ideologica e dall'abuso basati sulla legge del più forte".
"Con fiducia nel Signore, continuate - sono queste le parole conclusive del discorso del Papa ai vescovi nigeriani - a esercitare la vostra autorità episcopale nella lotta contro la corruzione e le pratiche ingiuste e contro tutte le cause e le forme di discriminazione e di criminalità, in particolare il trattamento degradante delle donne e il deplorevole fenomeno dei rapimenti. Promuovendo la dottrina sociale cattolica offrite un contributo leale al vostro Paese e promuovete il consolidamento di un ordine nazionale basato sulla solidarietà e su una cultura dei diritti umani".
Intanto il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), monsignor Robert Zollitsch, arcivescovo di Freiburg im Breisgau, sarà in Nigeria dal 26 agosto al 5 settembre per "rafforzare l'impegno nell'ambito della Chiesa universale e per sostenere la Chiesa locale".
Nel comunicato diffuso dai vescovi tedeschi sono stati annunciati i colloqui con rappresentanti della Chiesa nigeriana, politici e rappresentanti di altre religioni, in cui verranno discusse le sfide che la Chiesa deve affrontare a causa del crescente fondamentalismo religioso, per superare l'ingiustizia sociale e valutare l'impegno della Chiesa per la pace. I vescovi tedeschi vogliono cogliere l'occasione per approfondire le buone relazioni con la Chiesa nigeriana e sostenere l'impegno ecclesiale per la costruzione di una società senza violenza. L'ultimo presidente della Conferenza episcopale tedesca a visitare l'Africa, nel 1995, fu il cardinale Karl Lehmann.



(©L'Osservatore Romano - 29 luglio 2009)
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