LE ALLEGRE TRADUZIONI DELLA NUOVA BIBBIA CEI

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S_Daniele
00venerdì 23 ottobre 2009 13:17

LE ALLEGRE TRADUZIONI DELLA NUOVA BIBBIA CEI






di Francesco Colafemmina


La nuova traduzione della Bibbia operata dalla CEI è un esempio lampante di elevata attitudine ermeneutica, crassa asinità o piuttosto di maliziosa imperfezione?
Già quell'immagine in copertina mi aveva fatto sospettare che ci fosse del "marcio in Danimarca", è stata tuttavia la segnalazione di un'attenta lettrice a fornirmi la prova lampante.

Andiamo a Luca 1,38: il testo latino suona così "Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum". Nella nuova versione CEI è tradotto in questo modo: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".
Avvenga "per me"? Cosa implica questa traduzione erronea? Implica una trasformazione evidente del dogma dell'Incarnazione. L'Incarnazione avviene grazie all'obbedienza supina di Maria al Signore, alla sua accettazione di quanto l'Arcangelo Gabriele le aveva detto. Trasformare l'accettazione "avvenga di me, mi accada" in una dimensione di strumentalità di Maria (avvenga per mio mezzo, grazie a me, tramite me), significa privare la Vergine della sua compartecipazione alla Salvezza. Maria è Corredentrice! Il titolo discusso (perchè ecumenicamente inconcepibile da parte del mondo protestante) di Maria Corredentrice è stato ampiamente analizzato da Padre Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell'Immacolata, in questo scritto qui linkato.

Veniamo però all'attività dei traduttori asinini della CEI. Partiamo dal testo greco originario. Qui le parole di Maria Santissima sono : "ιδού η δούλη Κυρίου, γένοιτό μοι κατά το ρήμά σου" cioè "ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo il tuo verbo." Verbo non nel senso di "logos", quindi inteso come "concetto, pensiero esprimibile con segni verbali", ma nel senso di "parlato", "detto", conseguenza dell'azione verbale. Quindi "mi succeda quello che tu hai detto", oppure: "avvenga di me secondo quanto hai affermato".
D'altra parte i caproni traduttori dovrebbero (dopo essersi nascosti col cappello d'asino dietro la lavagna) ricordare che in Gen. 44.17 Giuseppe afferma: "μή μοι γένοιτο ποιῆσαι τὸ ρῆμα τοῦτο" ovvero "che non mi accada di fare una simile azione". Il contesto di Genesi 44.17 gioca attorno alle medesime parole e i medesimi concetti... "il servo del Signore" è presente anche lì come espressione tipica. I settanta usavano la stessa espressione "genoito moi" legata a "rhma sou".

Non basta, però! Andando un po' a ritroso, si può anche notare che Gabriele direbbe a Maria "Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio." Questa traduzione è erronea, quella autentica è "e perciò il santo nascituro sarà chiamato Figlio di Dio." La santità e l'identità con il Figlio di Dio sono elementi connaturati e non accezioni separate, ma soprattutto il nascituro è già santo, non lo diverra!!! Evidentemente gli asini hanno spostato il futuro di "nascerà" al concetto della santità. Invece è vero che il Signore nascerà ma la Sua essenza è già santa "quod sanctum", prima ancora di nascere!
A questo punto non stupirà l'esito di una analisi iconografica della copertina della nuova edizione CEI. Cosa rappresenta? Un ramoscello che emerge dalla terra e sottoterra vi sarebbe una stella ad otto punte...il tutto assume la forma di una croce rovesciata... Molto interessante! Ma cosa c'entra questa simbologia col Cristianesimo?
Per chi come me ha affrontato lo studio delle opere d'arte esoteriche della chiesa di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo, non sarà difficile riconoscere nel ramoscello il ramo dell'acacia massonica e nella stella ad otto punte la rappresentazione simbolica del pianeta Venere nella sua accezione di Lucifero (apportatore di luce). L'identità del ramoscello con le spillette diffusissime fra i Massoni non lascia spazio a dubbi. D'altra parte per chi volesse approfondire basta leggere qui.

Prima sulle Bibbie si stampava una grossa croce, oggi invece preferiscono apporre simboli massonici ed una bella copertina blu muratorio... Segni dei tempi?
Non vorrei sembrare un passatista, tuttavia ricordo ancora un articolo dello storico Sergio Luzzatto (quello che ce l'aveva con Padre Pio) il quale in occasione della pubblicazione della nuova Bibbia Cei ricordava che dopo la Controriforma le Bibbie in lingua volgare venivano messe al rogo. Paradossalmente a distanza di qualche secolo quell'ingiunzione tridentina sembrerebbe ancora attuale. D'altra alla luce delle loro eresie le traduzioni CEI non sarebbero forse più adatte a ravvivare i nostri caminetti che a traviare la nostra fede?

Fides et Forma
enricorns
00venerdì 23 ottobre 2009 13:55
Rammento che su questa Bibbia degli "asini" è impostato tutto il nuovo lezionario ambrosiano.

Io non conosco il greco ma la faziosa motivazione data alla traduzione della preposizione "per" lascia sconcerti


Andiamo a Luca 1,38: il testo latino suona così "Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum". Nella nuova versione CEI è tradotto in questo modo: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".
Avvenga "per me"? Cosa implica questa traduzione erronea? Implica una trasformazione evidente del dogma dell'Incarnazione. L'Incarnazione avviene grazie all'obbedienza supina di Maria al Signore, alla sua accettazione di quanto l'Arcangelo Gabriele le aveva detto. Trasformare l'accettazione "avvenga di me, mi accada" in una dimensione di strumentalità di Maria (avvenga per mio mezzo, grazie a me, tramite me),


 
per   ['per]
prep.
 FO
Preposizione semplice che si fonde con gli articoli determinativi dando vita alle preposizioni articolate pel, pello, pella, pei, pegli, pelle ormai scomparse dall'uso corrente e relegate al linguaggio letterario e poetico.
Esprime molteplici relazioni e introduce numerosi complementi.
 FO
Complemento di moto per luogo o attraverso luogo: passeggiare per il parco; la luce penetra per le fessure; passare per Torino; farmaco da prendere per bocca; vagare per la città; essere per la strada; guardare per il buco della serratura; la strada scorre per 20 km lungo il fiume; cosa ti passa per la mente?; scendere per il pendio; correre per i boschi; prendere per i campi; rotolare giù per le scale; cercare per mare e per terra; entrare per la breccia nelle mura; aggirarsi per la valle. 27  FO
Forma locuzioni prepositive: per mezzo di; per via di; per causa di.

Solo nella 27° forma della preposizione "per"  si accenna a causa di, mentre la prima e principale forma ed uso è il complemento di moto per o attraverso il luogo, non a causa del luogo.


(dunque non avvenga per mio mezzo, grazie a me, tramite me, ma attraverso di me, nella mia persona e alla mia persona),
 

S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 12:15
Poichè non ho le competenze riguardanti sia il greco che il latino, ho scritto un Email a Fancesco Colafemmina che è competente in materia, facendo presente la risposta di Enrico e copiando integralmente il suo testo, ecco la risposta del signor Colafemmina che ringrazio di cuore per la sua disponibilità:

Carissimo Daniele,

 grazie mille per la sua email.  

Le spiego subito la questione. 

 La differenza è nel ruolo dell'azione di Maria e nella sostanza dell'atto di accettazione dell'Incarnazione di Cristo.

 In latino come in greco il costrutto fiat mihi o genoito moi significa "mi accada", dunque indica che la Madonna accetta quanto le ha annunciato l'Arcangelo Gabriele. Accetta di essere completamente sottomessa alla volontà divina. "Mi accada" significa quindi: lascio che il Signore operi in me il Mistero dell'Incarnazione del Cristo.

 Tradurre quel mihi con un "per me" non solo significa essere asini, ma modificare la sostanza di quell'azione di positiva accettazione della Vergine. "Per me" è infatti per chi conosce il latino una sorta di dativo di vantaggio... avvenga per me, a mio favore... in italiano invece ha un effetto del tutto nuovo: "per" infatti indica il movimento (come in latino d'altronde) ma solo in presenza di verbi di movimento stessi. In realtà possiamo leggerne due accezioni in lingua italiana:

"Avvenga per me": avvenga per mio mezzo, attraverso me etc. . Questa accezione è derivata dall'uso latino (per legatos, per litteras etc.).

"Avvenga per me": avvenga per mio vantaggio. 

 Questo perchè? Semplicemente perchè "per" è legato al "me". Dunque bisogna trovare in italiano costrutti di per con la persona. Ora non si dice in italiano per esprimere il movimento: "è andato per me", bensì "è andato per i campi". Si dice invece: "l'hai fatto per me?" o anche "se non fosse stato per me....". 

 Il significato di "per" implica sempre la sua accezione originaria del passaggio, dello strumento, del mezzo, del tramite che deriva dalla preposizione latina "per".

 Quindi ricapitolando perchè verrebbe messo in discussione il mistero della corredenzione mariana?

 Semplicemente perchè la traduzione "avvenga per me" in entrambe le sue accezioni, snatura l'accettazione da parte di Maria dell'Incarnazione. L'Incarnazione non avviene nè per vantaggio di Maria, nè per suo mero tramite. Ella esclama la propria dedizione totale al Signore. Senza quest'atto spontaneo e volontario di totale obbedienza l'Incarnazione non sarebbe accaduta. Avviene perchè l'essere umano Maria decide di accettare il ruolo nel mistero della salvezza che il Signore ha voluto affidarle. D'altra parte che la traduzione sia maliziosa è ampiamente dimostrato da quell'oscena traduzione del passo appena precedente l'accettazione della Vergine.

 Dica quindi tranquillamente al suo lettore che:

 a. dovrebbe rivedere il suo italiano ("sconcerti" non esiste in italiano... al massimo "sconcertati")
b. che dovrebbe imparare latino e greco prima di parlare

c. è sempre bello conoscere il motto latino pronunciato dal noto pittore dell'antichità Apelle "ne sutor supra crepidam iudicare"!

 

Un caro saluto in Domino Jesu e grazie ancora! Sono sempre disponibile per qualsiasi cosa.

 
Francesco Colafemmina
(Zacuff)
00sabato 24 ottobre 2009 12:51
Re:
enricorns, 23/10/2009 13.55:

Rammento che su questa Bibbia degli "asini" è impostato tutto il nuovo lezionario ambrosiano.

Io non conosco il greco ma la faziosa motivazione data alla traduzione della preposizione "per" lascia sconcerti


Andiamo a Luca 1,38: il testo latino suona così "Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum". Nella nuova versione CEI è tradotto in questo modo: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".
Avvenga "per me"? Cosa implica questa traduzione erronea? Implica una trasformazione evidente del dogma dell'Incarnazione. L'Incarnazione avviene grazie all'obbedienza supina di Maria al Signore, alla sua accettazione di quanto l'Arcangelo Gabriele le aveva detto. Trasformare l'accettazione "avvenga di me, mi accada" in una dimensione di strumentalità di Maria (avvenga per mio mezzo, grazie a me, tramite me),


 
per   ['per]
prep.
 FO
Preposizione semplice che si fonde con gli articoli determinativi dando vita alle preposizioni articolate pel, pello, pella, pei, pegli, pelle ormai scomparse dall'uso corrente e relegate al linguaggio letterario e poetico.
Esprime molteplici relazioni e introduce numerosi complementi.
 FO
Complemento di moto per luogo o attraverso luogo: passeggiare per il parco; la luce penetra per le fessure; passare per Torino; farmaco da prendere per bocca; vagare per la città; essere per la strada; guardare per il buco della serratura; la strada scorre per 20 km lungo il fiume; cosa ti passa per la mente?; scendere per il pendio; correre per i boschi; prendere per i campi; rotolare giù per le scale; cercare per mare e per terra; entrare per la breccia nelle mura; aggirarsi per la valle. 27  FO
Forma locuzioni prepositive: per mezzo di; per via di; per causa di.

Solo nella 27° forma della preposizione "per"  si accenna a causa di, mentre la prima e principale forma ed uso è il complemento di moto per o attraverso il luogo, non a causa del luogo.


(dunque non avvenga per mio mezzo, grazie a me, tramite me, ma attraverso di me, nella mia persona e alla mia persona),
 




S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 13:01
Re: Re:
(Zacuff), 24/10/2009 12.51:







[SM=g8862]
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 13:26
Presentazione Bibbia CEI 2008    versione testuale

S.E. Mons. Giuseppe Betori

La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso del Signore, non mancando mai, soprattutto nella santa Liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della Parola di Dio sia del Corpo di Cristo"(Dei Verbum, 21), afferma il Concilio Vaticano II, ricordando subito dopo che le traduzioni sono necessarie affinché "i fedeli cristiani abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura". Nel passato sono state prodotte versioni di straordinaria importanza come quella greca detta dei Settanta e quella latina detta Vulgata; ma anche ora la Chiesa si prende cura "con materna sollecitudine che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, preferibilmente dai testi originalidei sacri libri" (Dei Verbum, 22).

Nel 1971 la Conferenza Episcopale Italiana curò la pubblicazione di una traduzione italiana della Bibbia per l'uso liturgico, a cui furono apportati alcuni miglioramenti nel 1974; tale traduzione ha nutrito egregiamente in questi anni le nostre comunità, diventando il testo di riferimento primario per la vita liturgica e spirituale, per l'azione pastorale e per la riflessione teologica. Questa terza edizione si è resa necessaria dopo che la Santa sede pubblicando la Nova Vulgata
ha rivisto l'antica traduzione latina di san Girolamo alla luce delle nuove acquisizioni della critica testuale, sollecitando un aggiornamento in tal senso delle traduzioni nelle lingue moderne.

Nel 1988 la Presidenza della CEI ha costituito un gruppo di lavoro che, con la collaborazione di esperti nei diversi libri biblici, si è dedicato alla revisione della traduzione italiana sulla base dei più accreditati testi critici nelle lingue bibliche originali e secondo i più recenti risultati dell'esegesi contemporanea. correggendo anche inesattezze, incoerenze ed errori della traduzione del 1971-1974, si è cercato nel contempo di recuperare una maggiore consonanza con lo stile delle lingue originali, senza tuttavia compromettere l'intelligibilità del testo fin dal momento della lettura o dell'ascolto. Particolare attenzione è stata riservata alla corrispondenza dei testi sinottici, alla varietà degli stili e dei generi letterari nei diversi libri della Scrittura, cercando inoltre uniformità e continuità del vocabolario. Ci si è preoccupati di ricercare modalità espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno, evitando per quanto possibile forme arcaiche del lessico e delle sintassi. Si è infine curato il ritmo della frase, per rendere il testo rispondente alle esigenze della proclamazione liturgica e, dove occorra, adatto a essere musicato per il canto.

La proposta di traduzione è stata approvata dai vescovi italiani nel maggio 2002. Ulteriori miglioramenti sono emersi dal confronto tra la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, la Commissione Episcopale per la liturgia e la Segreteria generale della CEI. Il testo è stato definitivamente approvato dalla Presidenza della CEI nella riunione del 17 settembre 2007. Tre giorni dopo è giunta la recognitio della Santa Sede.

Anche le introduzioni e le note sono state profondamente riviste, facendo tesoro delle acquisizioni più recenti degli studi biblici. Il commento non ha il medesimo valore "tipico" della traduzione e pertanto è pubblicato sotto l'esclusiva responsabilità della Segreteria generale della CEI, che anche per questo lavoro si è avvalsa di numerosi collaboratori.

E' stata condotta a termine una nuova traduzione, ma con ciò si è dato soltanto l'avvio al percorso che deve portare la Parola nel nostro tempo. Come ricorda san Gregorio Magno "le divine parole crescono con chi le legge" (Omelie su Ezechiele I, 7,8), perché il loro pieno significato si rivela nella comprensione e nella vita di quanti ad esse si accostano illuminati dalla fede. Pertanto questo libro viene incontro ai suoi lettori non solo nelle pagine che materialmente lo compongono, ma anche con la storia viva del popolo di Dio che nella sua dottrina, nella vita liturgica e nella testimonianza di santità ha costruito e continua a costruire la manifestazione storica della sua verità e quindi l'orizzonte in cui leggerlo e proclamarlo, offrendone un'interpretazione sicura.

Alla pubblicazione della nuova traduzione si accompagna l'auspicio che al termine di un così lungo e complesso lavoro le nostre comunità possano fruire di un testo più sicuro, più coerente, più comunicativo, più adatto alla proclamazione. Ne trarrà vantaggio il nostro servizio perché "la Parola del Signore corra e sia glorificata" (2 Ts 3,1), così da diventare "saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne di vita spirituale"( Dei Verbum, 21).

Roma, 29 Aprile 2008
Santa Caterina da Siena
patrona d'Italia
Giuseppe Betori
Segretario generale della C.E.I.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 13:38
Tutto questo non ci dice nulla sull'errore del testo lucano, anzi a maggior ragione gli sono implicate più responsabilità dato la loro competenza fare quei errori è da somari.
Inoltre è risaputo che all'interno di tale commissione c'erano anche studiosi non cattolici, ma dico, a che prò?
Si continua a voler compiacere il mondo protestante a causa di un pseudo-ecumenismo che non può che nuocere alla Chiesa, non solo, invito a leggere il Gesù di Nazareth di Benedetto XVI che più volte, citando la Nuova CEI, ne critica la traduzione troppo scialba e poco aderente ai testi originali e al suo profondo significato.
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 14:11
Nel 1988 la Presidenza della CEI ha costituito un gruppo di lavoro che, con la collaborazione di esperti nei diversi libri biblici, si è dedicato alla revisione della traduzione italiana sulla base dei più accreditati testi critici nelle lingue bibliche originali e secondo i più recenti risultati dell'esegesi contemporanea. correggendo anche inesattezze, incoerenze ed errori della traduzione del 1971-1974, si è cercato nel contempo di recuperare una maggiore consonanza con lo stile delle lingue originali, senza tuttavia compromettere l'intelligibilità del testo fin dal momento della lettura o dell'ascolto. Particolare attenzione è stata riservata alla corrispondenza dei testi sinottici, alla varietà degli stili e dei generi letterari nei diversi libri della Scrittura, cercando inoltre uniformità e continuità del vocabolario. Ci si è preoccupati di ricercare modalità espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno, evitando per quanto possibile forme arcaiche del lessico e delle sintassi. Si è infine curato il ritmo della frase, per rendere il testo rispondente alle esigenze della proclamazione liturgica e, dove occorra, adatto a essere musicato per il canto.

Avevo scritto un lungo post dove peraltro dichiaravo di sentirmi offeso perchè hai pubbicato nella risposta anche le note che il signor Colafemmina mi ha mandato a dire.

Potevi evitarlo!


Detto questo nellapresentazione è spiegato benissimo le intenzioni dei traduttori, che si hanno voluto una traduzione sulla base dei più accreditati testi critici nelle lingue bibliche originali e secondo i più recenti risultati dell'esegesi contemporanea, ma nel contempo modalità espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 14:15
Comunque a me la nuova CEI piace e ne faccio e ne farò sempre largo uso, non disdegnando per questo ne la CEI vecchia versione, ne la Bibbia di Gerusalemme, ne, tantomeno la versione interconfesionale TILC, e non sarà un Colafemmina qualunque a farmi desistere.
(Zacuff)
00sabato 24 ottobre 2009 15:13
Re: Re: Re:
S_Daniele, 24/10/2009 13.01:




[SM=g8862]




"(dunque non avvenga per mio mezzo, grazie a me, tramite me, ma attraverso di me, nella mia persona e alla mia persona)"


volevo solo confermare questo, ma non so perchè non risulta scritta appunto questa mia conferma!
Boh!
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 15:28
Attento Zac a dare certe conferme, potresti essere tacciato di ignoranza ed invitato a studiarti la lingua letina e quella greca prima di parlare
(Zacuff)
00sabato 24 ottobre 2009 15:57
Re:
enricorns, 24/10/2009 15.28:

Attento Zac a dare certe conferme, potresti essere tacciato di ignoranza ed invitato a studiarti la lingua letina e quella greca prima di parlare




attento Enrico perchè si dà il caso che io l'ho studiato il latino.


nel latino ci sono espressioni così "belle" che difficilmente possono tradursi così "belle" in italiano.
E' come dire una barzelletta in italiano e dirla in dialetto.
Cioè fa più effetto dirla in dialetto, non trovi?

S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 16:04

Avevo scritto un lungo post dove peraltro dichiaravo di sentirmi offeso perchè hai pubbicato nella risposta anche le note che il signor Colafemmina mi ha mandato a dire.



Non ho notato affatto la tua nota di risentimento, inoltre non vedo dove il signor Colafemmina ti abbia offeso, se ti riferisci al fatto che ti abbia detto che non hai conoscenza in materia, non credo sia una offesa, anch'io sono ignorante in materia e per questa ragione ho chiesto lumi a chi è studioso di lingue antiche oltre ad essere l'autore dell'articolo che stiamo trattando, se poi ti riferisci al tuo errore sul termine "sconcerti" non credo sia una offesa riprendere qualcuno che erra sapessi quante volte vengo ripreso io!
Infine non erano delle note ma il sunto del concetto espresso.



Potevi evitarlo!



E perchè mai?
Io non li ho interpretati come frasi offensive e non credo nemmeno che il sudetto Colafemmina si sarebbe mai permesso di insultarti, oltremodo nemmeno ti conosce.
Comunque se queste frasi ti hanno offeso mi scuso con te ma non era nelle mie, ma anche sue, intenzioni offenderti.



Detto questo nellapresentazione è spiegato benissimo le intenzioni dei traduttori, che si hanno voluto una traduzione sulla base dei più accreditati testi critici nelle lingue bibliche originali e secondo i più recenti risultati dell'esegesi contemporanea, ma nel contempo modalità espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno



L'autoreferenza del sudetto testo è irrilevante ai fini del discorso, credi che altri testi non facciano lo stesso?
Il fatto che ci siano più studiosi che ci hanno lavorato non esclude gli errori che hanno commesso in alcuni passi, inoltre si parla di testi critici, ma di quali testi?
Il Colafemmina cita i passi in lingua originale, gli stessi usati dai traduttori della CEI, ed evidenzia l'errore di traduzione, ma quello che ancora non avete compreso è che ogni traduzione, bene o male che sia, è di per sè una interpretazione e questa per sua natura ha delle implicazioni teologiche che sono state abbondantemente evidenziate.
Si parla poi di "esegesi contemporanea", di quale esegesi parlano?
E' chiaro che il discorso di presentazione è generalizzato e non può essere applicato ad ogni singolo testo, prendo infatti ad esempio un passo che la nuova CEI ha modificato traducendo come le Bibbie protestanti:

 "In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni" Galati 1:18 N. CEI

 "Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni" N. Riveduta

"In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni;" V. CEI

Il verbo greco usato da Paolo è istoreo che  ha diversi significati: investigare, esplorare, osservare, indagare, fare ricerche, interrogare, domandare.

Ora mi domando; per quale ragione tradurre diversamente e furviare il lettore quando quel passo indica e implica una subordinazione di Paolo verso la Chiesa e in particolar modo verso Pietro?
Paolo non andò a Gerusalemme per una futile passeggiata per poi conoscere Kefa, ma ci andò per consultarsi con lui e per verificare che il Vangelo da lui predicato fosse conforme alla Traditio apostolica che faceva capo a Kefa, questo per non rischiare di correre invano.
Questo continuo protestantizzare la Chiesa sta causando il caos che a quanto pare sono in pochi a vedere.
Non ci rendiamo conto che anche queste cose hanno delle implicazioni teologiche nella dottrina della Chiesa, Chiesa chè, a quanto pare, a causa di un certo ecu-mania, termine che piace alla sorella Tea, invece di avvicinare i non cattolici al cattolicesimo si sta adoperando all'inverso, ergo, pian piano stiamo diventando catto-protestanti e chissà, tra cinquant'anni saremo del tutto simili a loro.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 16:09
Re:
enricorns, 24/10/2009 14.15:

Comunque a me la nuova CEI piace e ne faccio e ne farò sempre largo uso, non disdegnando per questo ne la CEI vecchia versione, ne la Bibbia di Gerusalemme, ne, tantomeno la versione interconfesionale TILC, e non sarà un Colafemmina qualunque a farmi desistere.




Che ti piaccia o meno è irrilevante, spero ti piaccia anche la copertina massonica e la nuova chiesa di Pietralcina piena zeppa di simboli massonici per non parlare di pareti ricoperte d'oro.
La TILC non ha nessuna importanza quando si parla di dottrina cattolica e non mi interessa cosa c'è scritto li poichè come ripeto quel testo è irrilevante e qualunque cosa venga scritto non ha implicazioni sulla fede cattolica poichè non è la Bibbia cattolica.
Sul Colafemmina posso garantirti che ha le competenze per parlare essendo uno studioso di lingue antice in particolare in greco antico e latino.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 16:11
Re:
enricorns, 24/10/2009 15.28:

Attento Zac a dare certe conferme, potresti essere tacciato di ignoranza ed invitato a studiarti la lingua letina e quella greca prima di parlare




Essere tacciati per ignoranti, qualora sia vero, non è una offesa, anch'io lo sono e cerco di informarmi presso chi ha studiato ed insegna a livello accademico tali discipline, nulla di vergognoso.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 16:14
Re: Re:
(Zacuff), 24/10/2009 15.57:




attento Enrico perchè si dà il caso che io l'ho studiato il latino.


nel latino ci sono espressioni così "belle" che difficilmente possono tradursi così "belle" in italiano.
E' come dire una barzelletta in italiano e dirla in dialetto.
Cioè fa più effetto dirla in dialetto, non trovi?





Sei laureato alle sudette discipline linguistiche come il Colafemmina o hai studiato il latino solo alle superiori?
Comunque sia qui non si sta discutendo solo del latino ma dei testi greci, consci anche il greco per poter dire con certezza che costui erra?
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 16:23
E perchè mai?
Io non li ho interpretati come frasi offensive e non credo nemmeno che il sudetto Colafemmina si sarebbe mai permesso di insultarti, oltremodo nemmeno ti conosce.
Comunque se queste frasi ti hanno offeso mi scuso con te ma non era nelle mie, ma anche sue, intenzioni offenderti.

Dica quindi tranquillamente al suo lettore che:

 a. dovrebbe rivedere il suo italiano ("sconcerti" non esiste in italiano... al massimo "sconcertati")
a) non ha tenuto conto affatto del possibile errore di battitura,
d'altro canto io non pensavo che avresti proposto il mio post all'autore, senza peraltro dirmelo, sari stato più attento
b. che dovrebbe imparare latino e greco prima di parlare
b) non ho avuto alcuna pretesa di commentare il latino o il greco, e ho puntualmente specificato che non conoscevo, ma ho fatto menzione del riferimento che il dizionario della lingua italiana fa della preposizione per

c. è sempre bello conoscere il motto latino pronunciato dal noto pittore dell'antichità Apelle "ne sutor supra crepidam iudicare"!
c) le persone colte e sagge doverebbero avere la delicatezza, visto che hanno appena affermato l'ignoranza della conoscenza delle lingua, di tradurre quello che scrivono in quella lingua



(Zacuff)
00sabato 24 ottobre 2009 16:41
ho stampato il post (di Colafemmina) e chiederò cosa ne pensa un mio amico teologo
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 17:07
Re:
(Zacuff), 24/10/2009 16.41:

ho stampato il post (di Colafemmina) e chiederò cosa ne pensa un mio amico teologo



OK ma forse sarebbe più opportuno sottoporlo ad un biblista e/o ad un esegeta
Ghergon
00sabato 24 ottobre 2009 17:13
Perchè stupirsi?
Prima del Concilio Vaticano Secondo, queste mostruosità non sarebbero accadute, ora accadono per la ridicola libertà che è stata permessa dopo l'evento: ora accade che una marea di TRADITORI DI CRISTO lavorino segretamente all'interno della Chiesa per protestantizzare tutto e addirittura permettersi, ora, ma non è una novità, di mettere biechi marchi satanici sulla copertina della Bibbia e di cambiare concetti sacri che mai dovrebbero essere toccati.

Siamo all'apoteosi della stupidità
1 perchè la gente non è più messa in guardia dai sacerdoti che DOVREBBERO GRIDARE CERTI SCANDALI e non lo fanno, vivono nell'oblio dottrinale e si bevono tutto anche dan brown
2 perchè viene permesso a cani e porci di rovinare e stravolgere il discorso cattolico
3 perchè per un falso concetto di ecumenismo si tace su cose per le quali si dovrebbe URLARE ALLO SCANDALO..



Siamo al Sucidio della gerachia, cari ragazzi se non ci svegliamo noi, chiesa militante ad appogiare anche questo PAPA che è in balia di lobby oscure, la Chiesa Cattolica si troverà a breve in grande pericolo!



Ghergon
00sabato 24 ottobre 2009 17:16
Dimenticavo, bravissimo Colafemmina, un vero combattente per la difesa della FEDE !
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 17:20
Non è detto che un esegeta o un teologo abbiano competenze serie sul greco, bisogna vedere in che cosa sono specializzati, lo stesso teologo è teologo di che cosa?
Insegna Teologia neotestamentaria? Dogmatica? Patrologia? E un antichista?
Comunque sia, fai bene, poi riportaci qui ciò che ti ha detto il più fedelmente possibile, dopo gli manderò le sue risposte a Colafemmina.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 17:27
Re:
Ghergon, 24/10/2009 17.13:

Perchè stupirsi?
Prima del Concilio Vaticano Secondo, queste mostruosità non sarebbero accadute, ora accadono per la ridicola libertà che è stata permessa dopo l'evento: ora accade che una marea di TRADITORI DI CRISTO lavorino segretamente all'interno della Chiesa per protestantizzare tutto e addirittura permettersi, ora, ma non è una novità, di mettere biechi marchi satanici sulla copertina della Bibbia e di cambiare concetti sacri che mai dovrebbero essere toccati.

Siamo all'apoteosi della stupidità
1 perchè la gente non è più messa in guardia dai sacerdoti che DOVREBBERO GRIDARE CERTI SCANDALI e non lo fanno, vivono nell'oblio dottrinale e si bevono tutto anche dan brown
2 perchè viene permesso a cani e porci di rovinare e stravolgere il discorso cattolico
3 perchè per un falso concetto di ecumenismo si tace su cose per le quali si dovrebbe URLARE ALLO SCANDALO..



Siamo al Sucidio della gerachia, cari ragazzi se non ci svegliamo noi, chiesa militante ad appogiare anche questo PAPA che è in balia di lobby oscure, la Chiesa Cattolica si troverà a breve in grande pericolo!







Io oramai non mi stupisco di nulla, ne sto sentendo di tutti i colori, sacerdoti che dividono il Gesù storico dal Gesù della fede come se quest'ultimo fosse una invenzione del cristianesimo sub-apostolico e che tra i due, ammesso che sia corretto dire così, non ci fosse un unica identità, sacerdoti, ma anche studiosi, che travolti da una certa critica storica arrivono a dire che i Vangeli come li conosciamo oggi sono pure interpolazioni successive che modificano ipso facto la figura di Cristo in particolar modo il Vangelo di Giovanni, dove alcune capre affermerebbero che è un Vangelo astorico, lo stesso Papa denuncia tutto ciò nel suo libro Gesù di Nazareth.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 17:31
Comunque, come ho già detto una infinità di volte, non diamo colpa al Vaticano II in sè ma all'interpretazione errata di quest'ultimo, anche sè ammetto che il Vaticano II non brilla per trasparenza di testi molte volte ambigui e chiaro-scuri che purtroppo permettono delle interpretazioni faziose.
Ma in seno alla Chiesa, grazie a Dio, è nato finalmente un confronto su questo tema.
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 17:47
Mah questo clima apocalittico non trova il mio fianco
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 18:31
Re:
enricorns, 24/10/2009 17.47:

Mah questo clima apocalittico non trova il mio fianco




Infatti non esiste nessun clima apocalittico ma nemmeno paradisiaco come qualcuno pensa.
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 19:20
Questo è scritto nella bibbia prima della presentazione che ho già postato

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

 

 

 

Prot. n. 745/07

 

 

 

Questa edizione della versione italiana delal Sacra Bibbia, condotta su testi originali, è stata approvata dalla Presidenza della conferenza Episcopale Italiana in data 4 giugno 2002 e 17 settembre 2007, ai sensi can. 825 § 1 del Codice di diritto canonico, e confermata dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in data 21 settembre 2007 (Prot, N. 297/07/L), in forza del mandato speciale conferitole dal Sommo Pontefice Benedetto XVI in data 19 febbraio 2007. E' coerente con i testi biblici per l'uso liturgico, approvati dalla 49ma Assemblea Generale dei Vescovi (Roma 20-24 maggio 2002)

Viene ora assegnata alle comunità ecclesiali e ai fedeli, quale testo per le celebrazioni liturgiche, alimento spirituale, fondamento dell'azione pastorale, orientamento e sostegno della testimonianza da rendere al mondo.

 

+ ANGELO BAGNASCO

ARCIVESCOVO di GENOVA

Presidemte della Conferenza Episcopale Italiana

enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 19:54
Sempre nella Bibbia CEI 2008 dopo l'indice  c'è la la spiegazione dell'immagine di copertina


IMMAGINE DI COPERTINA


La Parola, seme che germoglia

" Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perchè dia seme a chi semina
 e il pane a chi mangia,
così sarà la mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto, senza aver operarto ciò che desidero! (Is 55, 10-11).
"Il seme è la parola di Di.(...)
Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono,
la custodiscono e producono frutto con perseveranza" (Lc 8, 11.15)

Opera di MIMMO PLADINO
(inchiostro su carta, 16x23, ottobre 2007
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 20:10
Sempre nella Bibbia CEI 2008 dopo l'indice  c'è la la spiegazione dell'immagine di copertina


IMMAGINE DI COPERTINA


La Parola, seme che germoglia

" Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perchè dia seme a chi semina
 e il pane a chi mangia,
così sarà la mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto, senza aver operarto ciò che desidero! (Is 55, 10-11).
"Il seme è la parola di Di.(...)
Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono,
la custodiscono e producono frutto con perseveranza" (Lc 8, 11.15)

Opera di MIMMO PLADINO
(inchiostro su carta, 16x23, ottobre 2007
enricorns
00sabato 24 ottobre 2009 20:17
 I 450 traduttori della Nuova Bibbia CEI

      c/a 100

  biblisti, liturgisti e italianisti dal 1988 al 2000

249

  vescovi dal 2000 al 2002

40

  Congregazione per il Culto Divino 2002/2007        

20

  Pontificia Commissione Biblica

c/a   20

  rapporti interreligiosi

c/a   30

  a vario titolo (Note, Introduzioni...)


  Alcuni di essi hanno eseguito varie traduzioni
  (Es: La Bibbia Ed. San Paolo, La Bibbia Interconfessionale,...)
  ma quasi sempre ci sono notevoli differenze tra Bibbia e
  Bibbia da essi tradotta, pur a distanza di pochi anni.

Tutti fortemente dotati di crassa asinità  e quello che oggi noi leggiamo nelle liturgie domenicali è frutto della attività dei traduttori asinini della CEI.
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