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La Passione e Resurrezione di Cristo in san Giovanni

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    00 14/09/2009 16:32

    Come infatti costui brucia a causa della malattia che lo affligge, anche noi, come

    soffocati dal fuoco, non riusciamo mai a dire: « basta » alle passioni e lasciamo che

    l'ira e l'avarizia prendano sempre di più il sopravvento su di noi. Perciò mi vergogno

    e mi stupisco quando vedo tra i pagani molti che disprezzano la ricchezza, mentre noi

    impazziamo tutti per andarne in cerca. Se poi vediamo alcuni tra voi che non danno

    importanza al denaro, anche quelli sono preda di altri vizi, dell'ira e dell'invidia: ed è

    oltremodo difficile trovare la vera saggezza. Questo però dipende dal fatto che non ci

    sforziamo di prendere dalle sacre Scritture le medicine adatte al caso nostro e non

    ascoltiamo la loro lettura con compunzione, con dolore e con effusione di lacrime, ma

    con noncuranza, e lo facciamo soltanto quando non sappiamo come passare il tempo.

    Perciò, siccome le faccende terrene hanno fatto irruzione su di noi come un'ondata di

    piena, ci hanno sommerso e hanno distrutto tutto il profitto spirituale che avevamo

    raggiunto. Se qualcuno, ferito, versa il medicamento sulla piaga, ma poi non la fascia

    accuratamente, lasciando che il farmaco vada perduto ed esponendolo all'acqua, alla

    polvere, al caldo e ad innumerevoli altri fattori che possono produrre infezione, non

    otterrà alcun vantaggio; e non l'otterrà, non perché il medicamento è inefficace, ma a

    causa dell'incuria del malato. Qualcosa di simile accade di solito anche a noi, che

    prestiamo attenzione alla parola divina per un tempo troppo breve, mentre

    dedichiamo tutto il nostro tempo alle faccende terrene. Il seme di quella parola resta

    cosi soffocato e non potrà dar frutto. Perché ciò non accada, guardiamo un po' più in

    alto, alziamo i nostri occhi al cielo e poi abbassiamoli sui sepolcri e sulle tombe di

    tutti quelli che vissero prima di noi. La stessa fine e lo stesso inellutabile destino di

    andarcene da questo mondo attende anche noi, e spesso ancor prima che sia venuta la

    sera. Prepariamoci dunque a questa partenza: abbiamo bisogno di molte provviste per

    il viaggio. Là dove andiamo fa molto caldo, la canicola imperversa e la solitudine è

    grande. Non ci sarà più consentito allora di frequentare le osterie e le taverne, né di

    andare a far la spesa al mercato, ma dovremo portarci tutto di qui. Ascolta quello che

    dicono le vergini: «Andate dai venditori»
    23; ma quelle altre, benché fossero andate in

    cerca di essi, non ne trovarono alcuno. Ascolta quello che dice Abramo: « Tra noi e

    voi è stata posta una grande voragine »
    24. Ascolta quello che dice Ezechiele aproposito di quel giorno: « Noè, Giobbe e Daniele non libereranno i loro figli »25. Ma

    voglia il cielo che non dobbiamo udire anche noi parole come queste e che invece,

    dopo aver preso con noi provviste bastevoli al nostro viaggio verso la vita eterna,

    possiamo finalmente vedere il nostro Signore Gesù Cristo, al quale, insieme con il

    Padre e con lo Spirito Santo, sia gloria, regno e onore, ora e sempre e nei secoli dei

    secoli. Cosi sia.

    23 Mt. 25, 9.

    24 Lc. 16, 26.

    25 Ez. 14, 14.

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    00 14/09/2009 16:33

    Discorso ottantacinquesimo

    Allora Pilato lo consegnò ad essi perché fosse crocifisso. Presero dunque Gesù e lo

    condussero via. Ed egli, portandosi la croce, usci verso il luogo detto del Cranio, in

    ebraico Golgota, dove lo crocifissero 1.

    1. - La prospera sorte può facilmente abbattere e rovinare chi non presta la dovuta

    attenzione ai precetti divini. Cosi i giudei, che da principio godevano del favore di

    Dio, cercarono poi di seguire i costumi e gli usi vigenti tra i pagani e nel deserto,

    mentre ricevevano la manna, si ricordavano con rimpianto delle cipolle. Nello stesso

    modo in questa occasione, ricusando e disconoscendo il regno del Cristo,

    acclamarono il regno di Cesare. Pilato dunque aveva proposto ad essi un re, senza

    tener conto del loro parere. Avendoli però sentiti parlare così, consegnò nelle loro

    mani Gesù, perché lo crocifiggessero: risoluzione quanto mai ingiusta. Egli avrebbe

    dovuto svolgere un'inchiesta per accertarsi se veramente Gesù aspirava al regno; ma,

    spinto soltanto dalla paura, emise proprio la sentenza che già il Cristo aveva

    ammonito di non emettere, con le parole: « Il mio regno non è di questo mondo ».

    Pilato, però, tutto preso dagli interessi terreni, non volle saperne di cose che avevano

    attinenza con la filosofia. Eppure il sogno fatto da sua moglie avrebbe dovuto

    spaventarlo. Finì cosi col non essere migliore di nessuno dei giudei: non rivolse i

    suoi pensieri al cielo, ma consegnò Gesù a costoro. E lo misero in croce, come se

    fosse già stato condannato. Detestavano quel legno, tanto che non volevano neppure

    toccarlo. Tutto questo si era già verificato nell'allegoria: Isacco infatti portò la legna.

    1 Gv. 19, 16-18.

    Ma allora venne messa soltanto alla prova la volontà di suo padre (si trattava infatti di

    una prefigurazione); ora invece il sacrificio si compie interamente, perché si tratta

    della realtà. « E usci verso il luogo del Cranio ». Alcuni sostengono che in quel luogo

    morì Adamo e ivi sono sepolte le sue ossa e che Gesù, proprio nel luogo dove aveva

    regnato la morte, aveva eretto il suo trofeo. Egli portava infatti la croce come un

    trofeo guadagnato nella lotta contro la tirannia della morte; e, come i vincitori,

    portava sulle spalle il simbolo della vittoria.

    Che importa se i giudei hanno predisposto tutto questo con una ben diversa

    intenzione? Essi lo crocifiggono insieme ai ladroni, adempiendo, loro malgrado, la

    profezia. Tutto ciò che essi facevano per ingiuriarlo, serviva alla causa della verità:

    da ciò puoi capire quanto grande è la sua potenza. Anche questo un tempo il profeta

    aveva predetto, con le parole: « E' stato annoverato tra i malfattori »
    2. Il demonio

    volle oscurare la grandezza del suo /gesto, ma non vi riuscì. I crocifissi furono tre, ma

    solo Gesù risplendette di fulgida luce, in modo che si sapesse che la sua potenza

    compì ogni cosa. Difatti, dopo che tutti e tre furono crocifissi, si compirono prodigi,

    tuttavia nessuno li attribuì ad altri se non a Gesù: tanto deboli erano le insidiose

    macchinazioni del diavolo, che si ritorsero tutte sul suo capo. Uno dei ladroni ottenne

    infatti la salvezza. Non solo dunque non portò pregiudizio alla gloria del Crocifìsso
    3,

    ma l'accrebbe non poco; non era cosa meno mirabile infatti il convertire un brigante

    sulla croce e condurlo in paradiso, che scuotere le pietre.

    Pilato fece scrivere anche un cartello
    4: sia per prendersi la rivincita sui giudei, come

    per far risaltare l'innocenza del Cristo. Siccome costoro glielo avevano consegnato

    come un malfattore e per farlo apparire tale lo avevano messo insieme a dei briganti,

    Pilato, perché poi nessuno potesse accusarlo di aver condannato

    Gesù come un criminale e un peccatore, chiude la loro bocca e quella di tutti coloro

    che vorrebbero accusarlo; e per dimostrare che essi si erano ribellati al loro re, fece

    mettere sul cartello quell'iscrizione, come si usa fare per i trofei.

    2 Is. 53, 12.

    3 Altrove si legge «
    toÙ stauroà » (della croce) invece di « toÙ stauroumenou » (del crocifisso).

    4 Cf. Gv. 19, 19.

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    00 14/09/2009 16:34

    Parole tali che emettevano una voce sonora ed annunciavano la sua vittoria ed il suo

    regno, anche se non tutto il regno. E questo lo spiegò non in una lingua sola, ma in

    tre. Poiché c'era da aspettarsi che, in occasione della festa, molti stranieri si

    trovassero là, mescolati con i giudei, perché nessuno ignorasse l'apologia di Gesù

    contenuta in quell'iscrizione, notò d'infamia la pazzia furiosa dei giudei in tutte le

    lingue. Costoro infatti provavano astio ed invidia anche per il Crocifisso. Ma che cosa

    poteva farvi di male in quelle condizioni? Assolutamente niente. Ma se Gesù era

    mortale, se era un debole, e stava per emettere l'ultimo respiro, perché mai avete

    paura di un'iscrizione in cui si dice che lui è il re dei giudei? E che dicono costoro? «

    Scrivi che lui aveva detto questo »
    5. « Si tratta infatti di una sentenza e di un verdetto;

    ma se vi verrà aggiunto: " Egli disse ", ciò verrà attribuito alla sua presunzione ed alla

    sua arroganza ». Pilato tuttavia non modificò quello che aveva scritto, ma si ostinò a

    lasciarlo cosi com'era. Non si trattava di un fatto trascurabile, ma di un fatto che era

    stato disposto in vista di uno scopo importante. Siccome il legno della croce sarebbe

    stato divelto dal luogo dov'era stato piantato e nessuno avrebbe osato staccare quel

    cartello, sia per la paura che si aveva di avvicinarsi a quel luogo, sia perché i fedeli

    erano occupati in altre cose importanti e molto urgenti; e tuttavia in un'epoca

    successiva sarebbero state fatte delle ricerche, era opportuno che si trovassero tutte e

    tre le croci insieme, perché si potesse riconoscere qual era la croce del Signore.

    Questa venne dunque riconosciuta da tutti chiaramente, anzitutto perché si trovava in

    mezzo alle altre due, ed in secondo luogo perché recava quell'iscrizione; le croci dei

    ladroni infatti non avevano alcun cartello.

    I soldati poi si divisero tra di loro i suoi vestiti, ma non la tunica. Non vedi come,

    anche in questo caso, le profezie si avverano interamente per mezzo delle loro azioni

    perverse? Anche questo fatto era stato un tempo predetto. Tre erano i crocifissi, ma

    soltanto in lui la profezia si avverava. Perché i soldati non fecero così anche per gli

    altri, ma solo per Gesù? Vorrei che tu notassi la precisione della profezia. Il profeta

    non dice soltanto che alcuni dei vestiti vennero spartiti, ma anche che altri non

    vennero spartiti; difatti i soldati si divisero tra loro tutti gli altri vestiti, meno la

    tunica, ma tirarono a sorte a chi sarebbe spettata.

    5 Gv. 19, 21.

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    00 14/09/2009 16:35
    L'Evangelista non riporta certo a caso la notizia che essa era tessuta per intero dacima a fondo6: alcuni sostengono che queste parole hanno un significato allegorico, in

    quanto il Crocifisso non era semplicemente un uomo, ma fin dall'eternità possedeva

    la Divinità.

    2. - Altri invece dicono che l'Evangelista descrive quel particolare tipo di vestito.

    Siccome in Palestina si confezionavano i vestiti cucendo insieme due panni,

    Giovanni, per indicare che si trattava di una tunica, dice: « Tessuta per intero da cima

    a fondo ». A me sembra che con ciò voglia alludere anche alla povertà dei vestiti di

    Gesù, dato che, come in ogni altra cosa, egli volle apparire povero e misero anche

    negli abiti che indossava.
    Furono appunto i soldati a fare questo7.

    Il Crocifisso poi raccomanda sua madre al discepolo, per insegnarci che fino

    all'ultimo respiro dobbiamo avere grande cura dei nostri genitori. Quando dunque sua

    madre gli si avvicinò in un momento poco opportuno, egli disse: « Che c'è tra me e te,

    o donna? »
    8, ed anche: « Chi è mia madre? »9. Qui invece manifesta un grande affetto

    verso di lei, raccomandandole il discepolo prediletto. Di nuovo Giovanni tace il

    proprio nome per modestia: se avesse voluto procurarsi gloria, avrebbe detto anche il

    motivo per cui Gesù lo prediligeva, motivo che, verosimilmente, sarebbe apparso

    grande e mirabile. Perché non dice niente altro a Giovanni e non lo consola nella sua

    tristezza? Perché non era allora il momento della consolazione. Del resto, non era

    cosa da nulla il fatto che egli fosse ritenuto degno di tanto onore e ricevesse il premio

    della sua perseveranza. Ma osserva un po' come Gesù crocifisso compia ogni cosa

    senza turbarsi: parla al discepolo della propria madre, adempie le profezie, suscita la

    buona speranza nel cuore del brigante; anche se prima di essere inchiodato alla croce

    era stato visto sudare, provare i dolori dell'agonia e la paura. Che significa tutto ciò?

    Non vi sono dubbi né incertezze in proposito.

    6 Gv. 19, 23.

    7 Gv. 19, 24.

    8 Gv. 2, 4.

    9 Mt. 12, 48.

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    In quell'occasione era stata dimostrata la debolezza della sua natura umana, in

    quest'altra circostanza appare tutta la sua potenza. Inoltre, comportandosi in questi

    due modi, ci esorta a non sottrarci alla sofferenza, anche se proviamo turbamento prima

    che essa ci affligga, ed a considerare facile e sopportabile ogni cosa, una volta che

    siamo venuti a trovarci in mezzo al combattimento. Non abbiamo dunque paura della

    morte: certo l'amore per la vita è insito nella nostra natura, ma è in nostra facoltà, sia

    di allentare quel legame, rendendo meno intenso il desiderio di vivere, sia di

    stringerlo ancora di più, intensificandolo. Come noi proviamo il desiderio

    dell'amplesso carnale, ma, se siamo saggi, riusciamo a sottrarci alla sua tirannia,

    altrettanto accade nei confronti del desiderio di vivere. Come Dio ha associato alla

    procreazione della prole l'attrattiva reciproca tra i due sessi, perché ha stabilito la

    continuazione e la propagazione della razza umana, senza tuttavia impedire che noi

    seguiamo la via più perfetta della continenza, così ci ha istillato l'amore per la vita,

    vietandoci di darci da noi stessi la morte, senza vietarci però di disprezzare questa

    vita terrena. Conoscendo questi decreti divini, dobbiamo comportarci con prudenza e

    moderazione: né correre volontariamente alla morte, anche quando uno si trova

    oppresso da innumerevoli mali, né, allorché siamo costretti ad affrontarla per ragioni

    gradite a Dio, dimostrare paura e tirarci indietro, ma andarvi incontro fiduciosi,

    anteponendo la vita futura a quella presente.

    Le donne stavano presso la croce10. Il sesso più debole si rivelò allora il più forte,

    fino a tal punto in quel momento tutto veniva sovvertito. Ma egli, raccomandando la

    madre, dice: «
    Ecco il figlio tuo »11. Quanto onore, davvero, viene concesso al discepolo!

    Siccome lui ormai stava per andarsene, l'affida alle cure del discepolo. Poiché

    c'era da aspettarsi che essa, come madre, fosse addolorata e cercasse protezione,

    opportunamente egli l'affida al discepolo con queste parole: « Ecco la madre tua »12.

    Usava queste espressioni, per unirli nel reciproco affetto: e il discepolo,

    comprendendo ciò, l'accolse in casa sua. Ma perché il Cristo non fece menzione di

    nessun'altra donna, benché anche altre si trovassero presso la croce?

    10 Gv. 19, 25.

    11 Gv. 19, 26.

    11 Gv. 19, 27.

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    Per insegnarci che alle madri va attribuita più importanza che ad ogni altra persona.

    Come non dobbiamo neanche riconoscere i nostri genitori, quando ci impediscono di

    dedicarci alle cose spirituali, cosi, quando non ce lo impediscono, dobbiamo assisterli

    in ogni loro necessità e dobbiamo anteporli a qualsiasi altro, perché ci hanno generati,

    ci hanno educati ed hanno sostenuto per noi innumerevoli sacrifici. Ecco che qui il

    Cristo condanna la sfrontatezza di Marcione
    13. Se non fosse nato secondo la carne, e

    se non avesse una madre, perché dimostrerebbe tanta cura per essa sola?

    Dopo questo fatto Gesù, sapendo che ormai tutto era finito...14, cioè: che niente

    mancava all'attuazione del piano della salvezza. Egli si era dato sempre da fare per

    dimostrare che si trattava di una morte nuova; cioè, che ogni cosa era posta nella

    facoltà di colui che moriva e la morte non poteva entrare nel suo corpo, prima che lui

    stesso lo volesse: in quel momento però lo voleva, perché aveva già compiuto ogni

    cosa. Per questo aveva detto: « Ho il potere di dare la mia vita e ho il potere di riprenderla

    di nuovo »
    15. Sapendo dunque che ogni cosa è compiuta, dice: « Ho sete ». Ecco

    che realizza ancora una volta una profezia. Osserva l'animo degli scellerati che gli

    stanno intorno. Anche se abbiamo innumerevoli nemici e abbiamo sofferto da loro

    molestie e offese intollerabili, quando ci accadesse di vederli uccisi, non tratteniamo

    le lacrime. Costoro invece non provarono alcuna commozione nel vedere lo scempio

    che si faceva di lui, e non divennero più miti. Si mostrarono, se mai, più feroci,

    dandosi a schernirlo con maggiore acredine, tanto da offrirgli una spugna imbevuta

    d'aceto; così gli diedero da bere nel modo in cui si dà da bere ai condannati: la spugna

    gli venne offerta, come si usava per costoro, per mezzo di una canna di issopo.

    Quando lo ebbe preso, disse: « E' compiuto »16. Vedi come, senza provare alcun

    turbamento, si comporta come chi possiede grande autorità? E ciò appare anche dalle

    parole che seguono. Essendo ormai tutto compiuto,
    chinato il capo (che non era statoinchiodato alla croce), rese lo spirito, cioè, spirò. Eppure ordinariamente un

    moribondo non emette l'ultimo respiro dopo aver chinato il capo: qui invece accade il

    contrario.

    13 Marcione diceva che il Cristo non era nato da Maria.

    14 Gv. 19, 28.

    15 Gv. 10, 18.

    16 Gv. 19, 30.

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    Non chinò il capo dopo essere spirato, come accade di solito a noi, ma spirò dopo

    averlo chinato. Narrando tutti questi fatti, l'Evangelista dimostra a tutti che egli è il

    Signore dell'universo.

    3. - Ma i giudei, che ingoiavano un cammello e col filtro toglievano via il moscerino

    17, giunti al punto di commettere un simile delitto, si consultano tra loro sul giorno:

    Essendo la Parasceve, perché i corpi non rimanessero sulla croce, chiesero a Pilato

    che si spezzassero loro le gambe 18.

    Non vedi quanto è forte la verità? Mentre essi attuano ciò che stava loro a cuore,

    fanno sì che si avveri la profezia. Si realizza adesso anche un'altra predizione.

    Vennero infatti i soldati e spezzarono le gambe agli altri due crocifissi
    19, ma non

    fecero altrettanto al Cristo. Essi però, per fare cosa gradita ai giudei, gli squarciarono

    con la lancia il costato, oltraggiando il suo corpo ormai privo di vita. Quanto è

    scellerata e detestabile questa azione! Ma non turbarti, non abbatterti nell'animo, o

    diletto. Anche quello che essi facevano con cattiva intenzione, serviva alla causa della

    verità. C'era infatti una profezia che diceva: « Guarderanno a colui che hanno trafitto

    »20. E non accadde soltanto questo; ma anche per quelli che si sarebbero mostrati

    riluttanti a credere, questo gesto delittuoso si sarebbe trasformato in una prova, come

    fu per Tommaso e per altri che si comportarono come lui. Inoltre si compiva anche

    un mistero ineffabile. Infatti «
    ne usci sangue ed acqua ». Non fu senza ragione né

    casualmente che scaturirono queste due fonti, ma perché la Chiesa è fondata su

    entrambe queste fonti. Lo sanno bene gli iniziati che, per mezzo dell'acqua, vengono

    rigenerati e si nutrono con il sangue e con la carne. E' di qui che prendono origine i

    misteri: perciò, quando ti accosti a quel calice tremendo, avvicinati ad esso come se

    tu dovessi bere da questo costato.

    Chi ha visto l'ha testimoniato, e la sua testimonianza è vera21. Cioè: « Non l'ho

    sentito dire da altri, ma l'ho visto coi miei propri occhi, perché mi trovavo presente, e

    la mia testimonianza è vera ».

    17 Cf. Mt. 23, 24.

    18 Gv. 19, 31.

    19 Cf. Gv. 19, 32.

    20 Gv. 19, 37.

    21 Gv. 19, 35.

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    Ha ben ragione di parlare così. Egli descrive gli oltraggi e i vituperi, cose quindi

    tutt'altro che grandi e mirabili, tali da non far nascere alcun sospetto sulla sua

    veridicità; ma per ridurre al silenzio gli eretici, preannunciando i futuri misteri e

    avendo presente il tesoro che in essi è racchiuso, ci espone minutamente i fatti

    avvenuti.

    Si compì dunque quella profezia: « Non gli sarà spezzato alcun osso »22. Anche se

    queste parole vennero pronunciate a proposito dell'agnello dei giudei, la realtà però

    venne preceduta da una prefigurazione che doveva trovare appunto in questo episodio

    il suo pieno compimento. Per questo l'Evangelista citò la profezia: siccome,

    presentando in ogni occasione soltanto se stesso come testimone, non sarebbe

    apparso sufficientemente degno di fede, adduce come testimone Mosè, per far capire

    che tutti questi eventi non si verificarono per caso, ma già da un pezzo erano stati

    preannunciati dalle sacre Scritture. Da Mosè infatti è stato scritto: « Le sue ossa non

    saranno spezzate »
    23. Poi di nuovo lui stesso fornisce una conferma alle parole del

    profeta. « Ho detto questo — precisa — perché apprendiate che grandissima è

    l'affinità tra l'immagine e la verità ». Non vedi quanta cura ha posto nel persuaderci

    che sono realmente accaduti fatti che appaiono ignominiosi e infamanti? Il fatto che il

    suo corpo venisse oltraggiato da un soldato, era ancor più grave della stessa crocifissione.

    « Tuttavia vi ho parlato anche di questo — aggiunge — e ho descritto

    diligentemente tutti i particolari,
    perché anche voi crediate »24. Nessuno perciò si

    rifiuti di credergli e non rechi danno ai nostri per una falsa vergogna. Poiché anche i

    fatti che appaiono i più infamanti, sono in realtà quelli che, tra tutti i nostri beni

    spirituali, meritano maggiormente la nostra stima e la nostra venerazione.

    Dopo questi fatti, essendo venuto Giuseppe d'Arimatea, che era discepolo...25: egli

    non era uno dei dodici, ma forse uno dei settanta. Ritenendo che ormai, dopo la

    crocifissione, si fosse placata la collera dei giudei, i discepoli si avvicinarono senza

    paura, occupandosi del funerale.

    22 Gv. 19, 36.

    23 Es. 12, 46; Num. 9, 12.

    24 Gv. 19, 35.

    25 Gv. 19, 38.

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    Venuto dunque costui, chiede la grazia a Pilato, e questi la concede. Perché mai non

    avrebbe dovuto farlo? Allora anche Nicodemo venne in aiuto di Giuseppe: e danno a

    Gesù una dignitosa sepoltura. Lo ritenevano infatti ancora un semplice uomo. E

    portano gli aromi più adatti a conservare a lungo il corpo, perché non si corrompa

    troppo presto: cosa che indica che essi non avevano del Cristo un concetto molto alto:

    gli dimostravano però in tal modo il loro grande affetto. Ma perché non venne

    nessuno dei dodici, non Giovanni, non Pietro e nemmeno qualche altro tra i più

    illustri? L'Evangelista ne lascia intravedere anche il motivo. Se si avanzasse infatti

    l'ipotesi che quelli erano assenti per timore dei giudei, sta di fatto che anche questi

    altri avevano paura: tanto che Giuseppe « se ne stava nascosto per paura dei giudei ».

    E non si dica che egli fece tutto ciò perché sprezzava il pericolo, dato che anche lui ne

    aveva paura; Giovanni invece, che aveva assistito alla sua agonia e lo aveva visto

    spirare, non fece niente di questo genere. Che dovremo dunque dire? Io ritengo che

    Giuseppe fosse uno degli uomini più illustri, come risulta chiaro dal fatto che si

    accollò le spese del funerale e che era conosciuto da Pilato: proprio per questo

    ottenne tale grazia. E poi seppellisce il corpo di Gesù, non come quello di un

    condannato, ma nel modo in cui i giudei usavano seppellire un uomo grande e

    illustre.

    4. - Ma siccome il tempo stringeva (Gesù era morto infatti all'ora nona; poi, essendosi

    essi recati da Pilato e avendo portato via il corpo, è probabile che fosse ormai per

    scoccare l'ora vespertina, dopo la quale non era più lecito esercitare qualsiasi lavoro),

    lo depongono nella tomba vicina. Era stabilito però che egli venisse sepolto in un

    sepolcro nuovo, nel quale, cioè, non fosse mai stato precedentemente sepolto nessun

    altro, perché non si credesse che era risuscitato un altro sepolto insieme con lui; e

    perché i discepoli potessero facilmente venire là e rendersi conto coi propri occhi

    dell'accaduto, trattandosi di un luogo vicino; e perché potessero essere testimoni della

    risurrezione non soltanto loro ma anche i nemici di Gesù. Il fatto che sul sepolcro

    fossero stati apposti i sigilli e fossero stati messi dei soldati dinanzi ad esso per

    sorvegliarlo, era una testimonianza certa dell'avvenuta sepoltura: il Cristo infatti ebbe

    cura che essa fosse al di sopra di ogni dubbio non meno che la sua risurrezione. Per

    questo i discepoli si sforzano con ogni mezzo di dimostrare che egli morì

    effettivamente. Tutto il tempo che sarebbe seguito, avrebbe confermato infatti la sua

    risurrezione: ma se la sua morte fosse stata oscura e non fosse stata manifesta a tutti,

    avrebbe privato la risurrezione della sua ragion d'essere. Ma non soltanto per questi

    motivi venne sepolto in un luogo vicino, ma perché fossero smentite le voci secondo

    cui il suo corpo sarebbe stato sottratto furtivamente.

    Il primo giorno della settimana (cioè la domenica) Maria di Magdala viene, dibuon'ora, e vede che la pietra era tolta dal sepolcro26. Egli infatti era risorto,

    nonostante la pietra ed i sigilli posti sulla tomba. Ma siccome era necessario che

    anche gli altri venissero a conoscenza del fatto, viene aperto il sepolcro, e così si ha

    una conferma di quello che era accaduto. Tutto ciò commosse profondamente anche

    Maria. Colei che amava tanto il Maestro, non appena trascorso il sabato, non indugiò

    un solo istante, ma sul far dell'alba si recò là, per ricevere qualche consolazione dal

    luogo. E com'ebbe veduto che vi era stata tolta la pietra, non entrò, non guardò

    nemmeno nell'interno; ma corse dai discepoli, struggendosi dal desiderio. Le stava a

    cuore soprattutto di aver notizie su ciò che era successo al corpo. La sua corsa

    lasciava intravedere quest'ansia e le sue parole la manifestavano chiaramente.

    «
    Hanno portato via il mio Signore, e non so dove l'hanno posto »21. Non vedi come

    non sapeva ancora niente di preciso sulla risurrezione, ma credeva che il corpo fosse

    stato trasferito in un altro posto, e come annuncia tutto senza finzione ai discepoli?

    L'Evangelista non privò la donna della gloria che le spettava, né considerò

    disdicevole per lei l'essersi recata di notte al sepolcro ed avere, per prima, informati i

    discepoli dell'accaduto: così rifulge ancora una volta la sua sincerità. Appena fu

    arrivata ed ebbe riferito questi fatti, i discepoli, udito ciò, si recano di corsa al

    sepolcro, e vedono le bende abbandonate sul suolo e il sudario messo da una parte,

    dimostrazione questa dell'avvenuta risurrezione.

    E' chiaro infatti che, se qualcuno avesse trasportato altrove il corpo, non lo avrebbe

    prima spogliato delle sue bende; cosi come, se qualcuno lo avesse rubato, non si

    sarebbe preoccupato di togliere il sudario, di piegarlo e di metterlo da una parte
    28, ma

    avrebbe portato via il corpo cosi come si trovava.

    26 Gv. 20, 1.

    27 Gv. 20, 2.

    28 Cf. Gv. 20, 7.

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    00 14/09/2009 16:39

    Per questo Giovanni ha detto precedentemente che Gesù venne messo nel sepolcro

    dopo essere stato cosparso abbondantemente di mirra, unguento che fa aderire le

    bende al corpo non meno di quanto potrebbe fare il piombo; cosicché, quando tu senti

    dire che il sudario viene trovato piegato in disparte, non dare retta a quelli che

    sostengono che il corpo sia stato sottratto furtivamente. D'altra parte, il ladro non

    sarebbe stato cosi sciocco da preoccuparsi tanto di una cosa del tutto superflua. Per

    quale ragione avrebbe abbandonato il sudario e le bende? Come avrebbe potuto

    nascondersi se avesse fatto ciò? Non si sarebbe potuto trattenere troppo a lungo in

    quell'operazione e, se avesse tardato, sarebbe stato colto sul fatto. Perché dunque le

    bende vennero trovate da una parte, ed il sudario da un'altra parte piegato? Perché tu

    apprenda che tutto questo è avvenuto senza fretta e senza precipitazione, cosicché vi

    fu il tempo di mettere da una parte le prime e dall'altra parte, piegato, quest'altro; tutto

    ciò avvenne dunque perché credessero nella risurrezione. Perciò Cristo appare ad essi

    dopo che hanno costatato coi loro propri occhi ciò che è avvenuto.

    Osserva come l'Evangelista sia alieno dal dare importanza a se stesso, e come invece

    accuratamente descrive l'indagine condotta da Pietro. Infatti, pur essendo giunto

    prima di lui, pur avendo visto per primo le bende poste da una parte, non indagò oltre,

    ma si allontanò di là; quell'altro invece, dopo essere entrato pieno di fervore,

    ispezionò tutto diligentemente, notò ogni particolare e infine richiamò indietro

    Giovanni perché costatasse anche lui coi propri occhi l'accaduto. Entrato nel sepolcro

    dopo di questo, vide le bende e il sudario posti sul pavimento e spartiti. Il fatto che i

    lini si trovassero cosi divisi e da una parte fossero state collocate le bende e da

    un'altra parte il sudario piegato, denotava l'intervento di qualcuno molto diligente e

    ordinato che non aveva niente che lo turbasse.

    5. - Ma tu, sapendo che il Signore è risuscitato nudo, rinuncia a fare spese pazze per i

    funerali. Che senso hanno queste spese vane e superbe, che arrecano molto danno ai

    parenti in lacrime, e nessun vantaggio al defunto; anzi, se si vuole essere sinceri,

    portano anche a lui molto danno? Il lusso e la ricchezza ostentati in occasione della

    sepoltura furono spesso esca per i ladri che, spogliata la salma, l'abbandonarono nuda

    e insepolta. O gloria vana! Com'è grande la tirannia che dimostra anche nel lutto, e le

    sciocchezze che suggerisce!

    Molti infatti, per evitare appunto che ciò accada, tagliano i lini in strisce sottili o li

    imbevono esageratamente di unguenti, affinchè, per una duplice ragione, i ladri non

    possano servirsene, e cosi lo sotterrano. Non son queste cose da pazzi furiosi, sia

    l'ostentare tanta ambizione, come il passare all'estremo opposto, cioè, alla mancanza

    di ogni senso di dignità?

    « D'accordo — essi dicono — ma escogitiamo tutti questi espedienti perché il defunto

    possa starsene al sicuro ». Che dunque? se anche non lo deruberanno i ladri, non lo

    consumeranno forse i vermi e le tarme? Ma come? Se anche i vermi e le tarme lo

    risparmieranno, forse che il tempo e la putrefazione non lo ridurranno in polvere?

    Supponiamo infine che né i profanatori di tombe, né i vermi, né le tarme, né il tempo,

    né qualsiasi altra cosa mandino in rovina tutto quello che si trova nei sepolcri, ma che

    il corpo resti intatto sino alla risurrezione, e che tutti i lini si conservino come se

    fossero nuovi fiammanti: a che servirà tutto questo ai defunti, dal momento che il loro

    corpo risusciterà nudo, e tutto il resto rimarrà nel sepolcro, e non ci sarà di nessun

    giovamento quando dovremo rendere conto del nostro operato?

    « Perché allora — tu mi chiederai — per il Cristo è stato usato questo trattamento? ».

    Non confondere le cose divine con quelle umane: anche quella donna pubblica infatti

    profuse l'unguento profumato sui piedi santi. Se dobbiamo parlare di questo, diciamo

    anzitutto che questo trattamento venne fatto al suo corpo da persone che ancora non

    sapevano della sua risurrezione: per questo l'Evangelista precisa che avvenne «

    secondo l'usanza dei giudei ». Coloro che tributavano questi onori al Cristo non

    appartenevano ai dodici, e si trattava ad ogni modo di onori tutt'altro che grandi. Non

    così l'onoravano i dodici, ma affrontando per lui la morte, il martirio e i pericoli.

    Anche quello era un modo per tributargli onore, ma un modo molto inferiore a

    quest'altro. D'altra parte, come ho detto, ora stiamo parlando di uomini, mentre allora

    onori del genere erano resi al Signore. E perché tu comprenda che di tali onori Cristo

    non si curò affatto, ricorda quelle sue parole: « Mi avete visto affamato e mi avete

    dato da mangiare; assetato e mi avete dato da bere; nudo e mi avete vestito »
    29. Non

    disse mai: « Mi avete visto morto e mi avete seppellito ». Dico questo però non

    perché sia abolita l'usanza di seppellire i morti (lungi da me una simile idea!), ma

    perché vengano eliminati il lusso e l'inopportuna ostentazione dettata

    dall'ambizione.

    « Ma queste — tu obietterai — sono manifestazioni a cui siamo indotti dall'affetto,

    dal dolore e dalla pietà che proviamo per il defunto ». Non si tratta affatto di pietà per

    il morto, ma di vanagloria. Se vuoi manifestare il tuo cordoglio per il defunto, ti

    indico un altro modo per farlo, e ti insegno in che modo puoi rivestirlo di abiti che

    risorgeranno con lui e lo renderanno splendido, abiti che né i vermi, né il tempo

    consumeranno e non verranno rubati dai ladri. Di che si tratta? Del vestito fatto di

    elemosine.

    Esso risusciterà insieme a lui: le elemosine da lui fatte avranno impresso su di lui un

    segno indelebile. Risplenderanno di queste vesti coloro che allora udranno le parole:

    « Ero affamato e mi avete dato da mangiare ». Sono queste le cose che rendono

    illustri e famosi e che fanno trovare la sicurezza: quelle altre di cui abbiamo parlato

    un momento fa, altro non sono che la provvista delle tarme, il pasto dei vermi. Dico

    tutto questo, ripeto, non per vietarvi di celebrare le onoranze funebri, ma per proibirvi

    di commettere degli eccessi; in modo che il corpo del morto venga coperto e non

    venga sotterrato nudo. Se ai vivi si ordina di non avere più di una veste, a maggior

    ragione ciò vale per i morti. Il morto non ha certo bisogno della veste come ne ha

    bisogno il vivo.

    Finché viviamo abbiamo bisogno di vestirci, sia per difenderci dal freddo, sia per

    ragioni di pudicizia; invece, una volta che siamo morti, non abbiamo bisogno di

    lenzuoli funebri per questi motivi, ma unicamente perché il nostro corpo non rimanga

    esposto nudo agli occhi di tutti; e in mancanza di lenzuoli funebri, possiamo venir

    coperti benissimo dalla sola terra, che ha molta affinità naturale con la sostanza di cui

    è composto il nostro corpo. Ebbene, se non si deve ricercare il superfluo dove già

    tante sono le cose necessarie, a maggior ragione è inopportuna l'ambizione, là dove le

    necessità sono poche.

    29 Mt. 25, 35-36.

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    00 14/09/2009 16:39

    6. - « Ma quelli che vedranno, rideranno », mi dirai. Non è il caso che tu ti preoccupi

    di chi ride di te, dato che costui dimostra soltanto la sua follia. Saranno, invece, molto

    più numerosi quelli che ci ammireranno, e che loderanno la nostra saggezza. Non di

    queste cose c'è ragione di ridere, ma di quello che noi facciamo quando, piangendo e

    lacrimando, sotterriamo quasi noi stessi insieme con i morti. Questo modo di agire

    merita riso e insieme castigo. Mostrarci saggi in queste manifestazioni di cordoglio e

    serbare la misura nel vestire i defunti ci fa guadagnare corone e lodi; e tutti ci

    applaudiranno e ammireranno la potenza del Cristo e diranno: « E' davvero grande la

    potenza del Crocifisso! Ha convinto i moribondi che la morte non è morte, infatti

    questi non si comportano come dei moribondi, ma come persone che vengono

    trasferite ad una vita migliore. Egli infatti ci ha convinto che questo effimero corpo

    terreno deve essere rivestito di incorruttibilità, infinitamente più preziosa delle vesti

    di seta e d'oro. Perciò non mettono tanta cura nei funerali, ma ritengono che la più

    splendida delle onoranze funebri sia una vita ottima ». Questo diranno nel vederci

    comportare con tanta saggezza; se invece ci vedranno andare in giro affranti,

    portando con noi gruppi di donne pagate per piangere, ci scherniranno, ci

    prenderanno in giro, diranno un gran male di noi, biasimando il nostro inutile spreco.

    Ci sentiremo accusare da tutti per questo, e con ragione. Qaule giustificazione

    potremo infatti invocare se, mentre adorniamo un cadavere che sarà preda della

    corruzione e dei vermi, disprezziamo Cristo che ha sete, che va in giro nudo, che va

    in cerca di chi lo ospiti in casa sua? Poniamo dunque fine a queste inutili

    preoccupazioni, seppelliamo i morti in modo conveniente per noi e per loro, a gloria

    di Dio. Doniamo loro molto suffragio: mandiamo loro delle ottime provviste per il

    viaggio che devono compiere. Infatti, se la memoria dei defunti illustri giova ai

    viventi (sta scritto: «Proteggerò questa città per me e per Davide servo mio»
    30), a

    maggior ragione l'elemosina sortirà un simile effetto. Questa, dico, certamente questa

    risuscitò i morti, quando le vedove si fecero intorno a Pietro per mostrargli ciò che la

    loro compagna Dorcade aveva fatto per loro
    31.

    30 2 Re, 19, 34.

    31 Cf. Atti, 9, 36.

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    00 14/09/2009 16:41

    Quando qualcuno è prossimo a morire, il suo parente più prossimo prepari il funerale

    e convinca il moribondo a lasciare qualcosa ai poveri. Lo faccia partire dal mondo

    con questo vestito: lo convinca anche a designare come suo erede il Cristo. Se infatti i

    re, quando designano i loro eredi, lasciano una parte dell'eredità in usufrutto ai

    parenti, chi nomina il Cristo erede insieme con i suoi figli, pensa un po' quanta

    benevolenza attirerà su di sé e sui suoi. Ecco un funerale davvero bello, che arreca

    vantaggi ai superstiti e al defunto. Se avremo di questi funerali, saremo splendidi al

    momento della risurrezione: se invece ci preoccuperemo troppo del corpo,

    trascurando l'anima, allora subiremo gravi supplizi e ci attireremo il riso di tutti. Non

    è poca vergogna andarsene da questo mondo privi di virtù: un corpo lasciato

    insepolto e abbandonato non appare tanto disonorato come un'anima priva di virtù.

    Rivestiamoci di questa e restiamone sempre vestiti; l'abbiamo trascurata durante la

    nostra vita, almeno in punto di morte ravvediamoci e preoccupiamoci che i nostri

    familiari ci aiutino con le elemosine, quando ce ne saremo andati da questo mondo.

    Così, aiutandoci a vicenda, ci guadagneremo molta fiducia presso Dio, per grazia e

    bontà del nostro Signore Gesù Cristo, cui sia gloria insieme con il Padre e lo Spirito

    Santo, nei secoli dei secoli. Così sia.

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    00 14/09/2009 16:42

    Discorso ottantaseesimo

    Quindi i discepoli ritornarono a casa loro. Maria invece se ne stava presso il

    sepolcro, fuori, singhiozzando 1

    1. - Il sesso femminile è più incline alla misericordia. Dico questo perché tu non ti

    stupisca per il fatto che Maria piange amaramente presso il sepolcro, mentre Pietro

    non fa altrettanto; dice infatti l'Evangelista: « I discepoli ritornarono a casa loro.

    Quella se ne, stava là, singhiozzando ». La sua natura era debole, ed ella non sapeva

    ancora chiaramente nulla della imminente risurrezione; gli altri due, invece, dopo

    aver visto i lini, ritornarono a casa loro emozionati e convinti che Gesù era risorto. E

    perché non andarono subito in Galilea, come era stato loro ordinato prima della

    passione? Forse perché aspettavano gli altri. Ad ogni modo erano ancora molto

    perplessi. Questi dunque se ne andarono, mentre Maria restò là. Come ho già detto,

    ella provava molta consolazione anche nel vedere il sepolcro. Non ti sembra di

    vederla, mentre cerca conforto, chinandosi a guardare il luogo ove giaceva il corpo di

    Gesù? Ecco perché ricevette un non piccolo premio alla sua diligenza.

    La donna vide per prima quello che i discepoli non videro: gli angeli seduti, uno a

    capo e l'altro ai piedi del sepolcro, con candide vesti; anche i loro abiti conferivano

    all'apparizione una nota di letizia e di gioia. Siccome la mente della donna non era

    così perspicace da poter trarre dalla vista delle bende una prova dell'avvenuta

    risurrezione, accadde qualcosa di straordinario: vide gli angeli seduti e vestiti a festa,

    in modo che ella si sentisse confortata e consolata da tale apparizione. Essi però non

    le dicono niente sulla risurrezione, ma a poco a poco la portano a credere tale verità.

    Ella guardò quelle figure gioiose e inconsuete.

    1 Gv. 20, 10-11.

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    00 14/09/2009 16:43

    Vide gli abiti luminosi, ascoltò la loro voce che la consolava. Che diceva questa

    voce? «
    Donna, perché piangi? »2. Con queste parole, come si fosse aperta una porta,

    pian piano veniva condotta a comprendere la risurrezione. Ella era indotta a rivolger

    loro delle domande anche dal modo come stavano là seduti: avevano l'aria, infatti, di

    essere al corrente dell'accaduto. Non stavano seduti l'uno accanto all'altro, ma ad una

    certa distanza l'uno dall'altro. Poiché non c'era da aspettarsi che essa avrebbe avuto il

    coraggio di interrogarli, con la loro domanda e la maniera di stare seduti la invitano al

    dialogo. Che fa dunque quella? Fervorosamente e in tono affettuoso dice: «
    Hannoportato via il mio Signore, e non so dove l'hanno posto ». Che dici? Non pensi ancora

    che sia risorto, e credi tuttora che lo abbiano portato in qualche altro luogo? Vedi che

    non aveva ancora ricevuto gli insegnamenti più elevati?
    Detto questo, si voltò indietro3.

    Ma quale ragione aveva per comportarsi così? Mentre stava parlando con quelli, e

    senza averne avuto alcuna risposta, si volta indietro. Io penso che, mentre ella così

    parlava, il Cristo apparve all'improvviso alle sue spalle, riempiendo gli angeli di

    stupore, e che essi, visto il Signore, fecero capire immediatamente dall'espressione

    del volto e dai gesti di vedere il Signore: e tutto ciò fece si che la donna si voltasse

    indietro. Agli angeli dunque egli apparve com'era effettivamente; alla donna però non

    apparve in tal modo per non spaventarla, dato che era la prima apparizione, ma con

    un vestito molto modesto e dimesso. Evidentemente, ella lo scambiò per l'ortolano.

    Non era conveniente spiegare subito i concetti più elevati ad una persona di capacità

    intellettuali cosi modeste, ma bisognava condurla gradualmente fino a tali altezze.

    Gesù dunque le chiede: «
    Donna, perché piangi? Chi cerchi? »4, mostrando cosi di

    aver capito ciò che lei vuol sapere; e la invita a rispondere. Pur comprendendo questo,

    la donna non fa il nome di Gesù, come se lui già sapesse di chi si trattava, ma dice: «

    Se
    lo hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto, e io me lo prenderò ». Di nuovo

    dice « posto », « portato via », come se si trattasse di un morto. Il significato delle sue

    parole è questo: « Se lo avete portato via per timore dei giudei, ditemi dov'è, e lo prenderò ».

    2 Gv. 20, 13.

    3 Gv. 20, 14.

    4 Gv. 20, 15.

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    00 14/09/2009 16:43

    Grande è la bontà, grande è l'affetto che la donna dimostra, ma la sua mente non è

    capace di afferrare concetti troppo alti. Per questo lui si fa riconoscere da lei non

    dall'aspetto, ma dalla voce. Allo stesso modo in cui talvolta si faceva riconoscere dai

    giudei e talvolta no, pur essendo presente, cosi, quando parlava, si faceva riconoscere

    soltanto quando voleva. Infatti, quando diceva ai giudei: « Chi cercate? », né dal

    volto, né dalla voce lo riconobbero, finché non lo volle lui stesso: e cosi accade anche

    in questo caso, e la chiamò soltanto per nome, quasi rimproverandole di immaginare

    con la fantasia tali cose riguardo a lui, che invece era vivo.

    Ma come mai
    lei si volta e gli dice...5, se egli stava già parlando con lei? Credo che

    lei, dopo aver chiesto: « dove l'avete messo? », si sia voltata verso gli angeli per

    chieder loro perché erano tanto stupiti: e che poi il Cristo, chiamandola, l'abbia fatta

    voltare verso di lui e si sia fatto riconoscere dalla voce. Non appena infatti egli l'ebbe

    chiamata: «
    Maria! », ella lo riconobbe. Il riconoscimento avvenne dunque non con la

    vista, ma con la voce. E se tu chiederai: « Da che cosa risulta che gli angeli si siano

    stupiti, e che la donna si sia voltata verso di loro? », ti risponderò che potresti anche

    chiedere: « Da che cosa risulta che lei lo abbia toccato e sia caduta in ginocchio? ».

    Ma come questo si comprende dalle parole che lui le dice: «
    Non mi toccare »6, cosi

    anche quest'altro fatto risulta da quanto afferma l'Evangelista, cioè che ella si voltò.

    Perché Gesù le disse: « Non mi toccare »? Alcuni sostengono che ella desiderasse

    ottenere da lui la grazia spirituale, per averlo udito dire ai discepoli: « Quando sarò

    andato dal Padre, lo pregherò ed egli vi darà un altro Paraclito »
    7.

    2. - Ma lei, che non era insieme ai discepoli, come avrebbe potuto ascoltare queste

    parole? Ad ogni modo, una simile ipotesi è frutto della fantasia e non si può fondare

    su quella frase di Gesù. Come poteva chiedergli una tale grazia, se egli non era

    ancora andato dal Padre? E allora? Mi sembra piuttosto che ella desiderava trattenersi

    ancora con lui, come accadeva prima, e che, presa dalla gioia, non pensava di lui

    niente di grande, anche se nel suo aspetto fisico appariva molto più bello di prima.

    5 Gv. 20, 16.

    6 Gv. 20 17.

    7 Gv. 14, 3.16.

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    00 14/09/2009 16:44

    Gesù, allora, per distoglierla da questo pensiero e dissuaderla dalla eccessiva

    confidenza che si era presa nel parlare con lui (nemmeno con i discepoli lo vediamo

    avere rapporti cosi confidenziali), cerca di elevare i suoi pensieri, perché si rivolga a

    lui con maggiore riverenza. Se dunque le avesse detto: « Non avvicinarti come facevi

    prima; non sono infatti nello stesso stato di allora, né d'ora innanzi starò con voi nello

    stesso modo di prima », le avrebbe dato l'impressione di superbia e di arroganza.

    Mentre con la frase «
    ancora non sono salito al Padre », esprime lo stesso concetto,

    ma in modo più modesto. Affermando che non è ancora salito, fa capire che si affretta

    ad andare al Padre: chi dunque stava per salire lassù e non si sarebbe trattenuto più a

    lungo con gli uomini, non doveva essere riguardato con la stessa mentalità di prima.

    Che così stiano le cose, appare chiaramente anche dalla frase che segue: «
    Ma va', edi' ai fratelli: " Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro " ».

    Eppure non l'avrebbe fatto subito, ma soltanto dopo quaranta giorni. Perché allora si esprime

    così? Per elevare la sua mente e convincerla che stava per salire al cielo. Le parole «

    Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro », si riferiscono all'incarnazione;

    perché il salire è un'azione propria dei corpi. Queste cose dice a Maria, ancora

    incapace di comprendere concetti elevati. Dunque il Padre è in un modo suo Padre, e

    in un altro nostro? Certamente. Infatti, se in un modo è Dio dei giusti, e in un altro,

    Dio degli altri uomini, a maggior ragione in un modo è Padre del Figlio ed in un altro

    Padre nostro. Difatti dopo aver detto: « di' ai fratelli », affinchè nessuno immagini

    che lui e i discepoli sono uguali, subito precisa la differenza. Egli infatti sta per

    sedere sul trono paterno: ad essi invece sarà concesso solo di stare in piedi dinanzi al

    suo trono. Perciò, anche se secondo la nostra sostanza carnale è nostro fratello, per la

    sua dignità molto differisce da noi: e la differenza è tanto grande che non possiamo

    neanche esprimerla a parole.

    Ella dunque andò ad annunciare quanto era accaduto ai discepoli
    8. Che alto

    valore è la costanza e la perseveranza! Ma come mai essi non furono addolorati dal

    fatto che se ne era andato, e non parlarono come avevano parlato prima?

    8 Cf. Gv. 20, 18.

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    00 14/09/2009 16:45

    Allora piangevano perché stava per morire: perché dovrebbero piangere proprio ora

    che è risorto? Maria infatti ha annunciato loro quello che ha visto e le parole che ha

    udito, tutte cose che ben potevano consolarli. Siccome però c'era da aspettarsi che

    essi, udendo tali cose, o non avrebbero prestato fede alla donna, oppure, se le

    avessero creduto, avrebbero provato disappunto per il fatto che Gesù non si fosse

    degnato di farsi vedere da loro, nonostante la promessa che sarebbe apparso loro in

    Galilea: perché essi, meditando su queste cose, non ne provassero dispiacere, non

    lasciò trascorrere neppure un giorno. Subito dopo aver suscitato in loro il desiderio di

    vederlo con la notizia della sua risurrezione e con il racconto della donna, quando già

    essi ardevano dal desiderio di vederlo, che la paura rendeva più intenso, venuta la

    sera, apparve loro, in modo da suscitare stupore e meraviglia. Perché apparve al calar

    della sera? Perché era verosimile che verso quell'ora provassero più paura. Ma ciò

    che desta meraviglia è il fatto
    1 che essi non lo presero per un fantasma.

    Le porte infatti erano chiuse, ed egli entrò all'improvviso. Certo il racconto fatto

    precedentemente dalla donna aveva istillato nei loro animi una grande fede: d'altra

    parte, egli mostrò ad essi il suo volto raggiante e soave. Non era apparso prima,

    perché aspettava che tutti si fossero riuniti: e infatti essi erano tutti ripieni di grande

    stupore. Non bussò alla porta, ma apparve improvvisamente in mezzo a loro,

    mostrando le cicatrici al costato e alle mani, mentre con la sua voce tranquillizzò le

    loro menti turbate e agitate dai pensieri più diversi, dicendo: «
    Pace a voi! »9. Cioè:

    non turbatevi; e richiama alla loro mente le parole che aveva detto loro prima della

    crocifissione: « Vi lascio la mia pace »; e: « Abbiate la pace in me: nel mondo

    soffrirete tribolazioni ».

    I discepoli gioirono al vedere il Signore 10. Vedi che con i fatti vengono confermate

    le sue parole? Allora infatti realizzò pienamente quello che aveva detto prima di

    essere crocifisso: « Di nuovo vi vedrò, e si rallegrerà il vostro cuore, e nessuno vi toglierà la vostra gioia»
    11.

    9 Gv. 20, 19.

    10 Gv. 20, 20.

    11 Gv. 16, 22.

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    Tutte queste cose alla fine li indussero a credere con una fede saldissima. Poiché essi

    erano impegnati in una guerra senza quartiere contro i giudei, spesso egli ripete le

    parole: « Pace a voi », per dar loro una consolazione altrettanto grande come la guerra

    che si preparavano a combattere.

    3. - Questo è il primo saluto che rivolse ai discepoli dopo la risurrezione (anche Paolo

    dice in ogni occasione: « A voi grazia e pace »); alle donne invece rivolse un saluto in

    cui era contenuta la parola « gioia », perché il sesso femminile era stato assoggettato

    al dolore e fu questa la prima volta in cui ricevette la gioia
    12. Egli annuncia molto a

    proposito agli uomini, che sono impegnati spesso nella guerra, la pace, ed alle donne,

    che sono soggette ai dolori del parto, la gioia: e finalmente, dopo aver posto fine alla

    tristezza di tutti, annuncia le gloriose e mirabili opere della croce, che consistono

    nella pace. Vinto ogni ostacolo, conseguita una splendida vittoria e compiuta ogni

    cosa nella maniera dovuta, finalmente disse: «
    Come il Padre ha mandato me, cosi iomando voi » 13. Non incontrerete nessuna difficoltà, sia per i fatti che sono accaduti,

    sia perché vi farete forti della mia autorità, dato che sono io che vi mando. Perciò dice

    questo e solleva i loro animi e con le sue parole accresce la loro fede in modo che essi

    si sentano stimolati ad intraprendere la sua opera. E non prega più il Padre, ma di

    propria autorità conferisce loro un arcano potere.

    Alitò su di loro e disse: « Ricevete lo Spirito Santo! A chiunque rimetterete i peccati,

    saranno rimessi, a chiunque li riterrete, saranno ritenuti »
    14. Come il re, quando

    manda i suoi governatori nelle varie province, dà loro il potere di imprigionare e il

    potere di assolvere i loro sudditi, così il Cristo, inviandoli nel mondo, conferisce loro

    tale autorità.

    Come mai allora aveva detto: « Se io non me ne sarò andato via, lo Spirito non verrà

    », mentre ora è lui stesso che dà lo Spirito? Alcuni dicono che lui non diede loro

    realmente lo Spirito, ma, alitando sul loro volto, li rese idonei a riceverlo.

    12 Secondo Savil. e Morel. si dovrebbe leggere «
    prèthn aran» (primamaledizione) invece di « prèthn caran » (prima letizia ».

    13 Gv. 20, 21.

    14 Gv. 20, 22-23.

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    00 14/09/2009 16:47
    Infatti, se Daniele restò colpito dall'apparizione dell'angelo15, che cosa non sarebbe

    accaduto di male a loro, nel ricevere una grazia cosi ineffabile, senza che egli li

    avesse preparati adeguatamente quando erano ancora suoi discepoli? Per questo non

    disse: « Avete ricevuto », ma: « Ricevete lo Spirito Santo ».
    Tuttavia non sbaglierebbe chi dicesse che allora ricevettero un certo potere spirituale ed una grazia:

    non un potere tale da risuscitare i morti e da compiere prodigi, ma da rimettere i

    peccati: ben diversi infatti sono i carismi dello Spirito. Ecco perché aggiunse: « A chi

    rimetterete i peccati saranno rimessi », per precisare di quale natura è la facoltà che

    viene loro concessa. Quando, dopo quaranta giorni, essi ricevettero il potere di

    operare miracoli, ciò era stato loro preannunciato con queste parole: « Riceverete la

    potenza dello Spirito Santo che discenderà in voi, e sarete miei testimoni in

    Gerusalemme e in Giudea »
    16. Essi sono stati suoi testimoni con i miracoli, perché

    ineffabile è la grazia dello Spirito e multiforme è il suo dono.

    Cosi accade perché tu apprenda che unico è il dono del Padre, del Figlio e dello

    Spirito Santo, come unico è il loro potere. Le cose che appaiono proprie del Padre, si

    ritrovano anche nel Figlio e nello Spirito Santo. Come mai allora nessuno viene al

    Figlio « se il Padre non lo attira »
    17? Ma si dimostra che così avviene anche per il

    Figlio; egli dice infatti: « Io sono la via; nessuno viene al Padre se non per mezzo mio

    »
    18. Slmilmente puoi vedere anche per lo Spirito Santo; infatti: « Nessuno può direSignore Gesù Cristo, se non nello Spirito Santo » 19. Inoltre si afferma che gli

    Apostoli sono stati dati alla Chiesa ora dal Padre, ora dal Figlio e ora dallo Spirito

    Santo; allo stesso modo vediamo che la distribuzione delle grazie viene fatta dal

    Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.

    4. - Facciamo dunque tutto quanto è in nostro potere per avere con noi lo Spirito

    Santo e teniamo in gran conto la grazia che ci è stata concessa di fare il bene. Grande

    infatti è la dignità dei sacerdoti. « A chiunque rimetterete i peccati — dice Gesù — saranno rimessi ».

    15 Cf. Dan. 8, 17.

    16 Atti, 1, 8.

    17 Gv. 6, 44.

    18 Gv. 14, 6.

    19 1 Cor. 12, 3.

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    00 14/09/2009 16:48
    Per questo Paolo diceva: « Obbedite ai vostri capi e siate sottomessi »20, cioè teneteli

    nel massimo rispetto. Tu devi preoccuparti soltanto di te stesso, e, una volta che sarai

    riuscito a vivere nella rettitudine, non dovrai rendere conto anche delle azioni degli

    altri; il sacerdote, invece, se condurrà una vita ben regolata, ma non si preoccuperà

    con altrettanta diligenza della tua anima e di quella di tutti gli altri che gli sono stati

    affidati, andrà all'inferno insieme agli scellerati; spesso anzi non è per le sue colpe,

    ma per quelle altrui che si perde, se non avrà fatto tutto quanto era in suo potere per

    impedirle. Vedendo a quanti pericoli essi sono esposti, dimostrate dunque per loro

    grande benevolenza. Questo vi insegnò anche Paolo dicendo: « Essi vigilano per le

    vostre anime », non in un modo qualsiasi, ma « perché dovranno renderne conto »
    21.

    Ecco perché essi debbono essere onorati con il massimo rispetto. Ma se voi li

    insulterete come fanno altri, non curerete certo così il bene delle vostre anime.

    Fintantoché il timoniere è di buon umore, anche i marinai saranno al sicuro: ma se la

    ciurma lo insulta e lo tratta con ostilità, ed egli si viene a trovare in un pietoso stato di

    prostrazione fisica e morale, non potrà più controllare la nave, né dar prova della sua

    perizia nell'arte nautica, ma finirà, suo malgrado, col portarli verso ogni genere di

    disastri. Così, se i sacerdoti godranno presso di voi dell'onore che è loro dovuto,

    potranno curare come si deve anche gli interessi delle vostre anime; ma se, con il

    vostro comportamento, li gettate nella tristezza, paralizzando le loro mani, li farete

    travolgere insieme con voi dai flutti, anche se saranno d'animo coraggiosissimo.

    Ricorda che cosa dice il Cristo dei giudei: « Sulla cattedra di Mosè siedono gli scribi

    e i farisei. Fate tutto quello che vi diranno di fare »
    22. Ora non dobbiamo dire: « sulla

    cattedra di Mosè siedono i sacerdoti », ma: « sulla cattedra del Cristo »: sono loro che

    hanno ricevuto la sua dottrina.
    Perciò Paolo dice: « Noi siamo dunque gli ambasciatori del Cristo, come se Dio vi esortasse per mezzo nostro »
    23. Non vedete che tutti sono sottomessi alle autorità secolari e spesso anche coloro che per la nobiltà

    della loro famiglia, per la loro virtù e per la loro prudenza sono a quelle superiori?

    20 Ebr. 13, 17.

    21 Ebr. 13, 17.

    22 Mt. 23, 2-3.

    23 2 Cor. 5, 20.

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