1. - Cosa mirabile è la pazienza, che fa riposare, come in un tranquillo porto, l'anima,
sottraendola alla furia delle onde e dei venti. Il Cristo ce la insegnò in ogni occasione;
ma soprattutto ora che viene trascinato in giudizio e condotto di qua e di là. Infatti,
tradotto dinanzi ad Anna, risponde alle sue domande con grande mitezza e replica al
servo che lo percuote con parole capaci di ridurre al silenzio la presunzione di
chiunque. Poi, condotto da Caifa e successivamente da Pilato, e avendo passato là
l'intera notte, manifesta a costoro la sua grande mansuetudine. Mentre lo accusavano
di essere un facinoroso, accusa che non erano in grado di provare, egli se ne restò in
silenzio; quando invece venne interrogato sul suo regno, allora rispose a Pilato,
istruendolo e cercando di condurlo a concetti molto elevati.
Come mai Pilato non esamina la questione in presenza dei giudei, ma entra nel
pretorio? Pilato aveva di lui una grande opinione, e voleva informarsi accuratamente
di ogni cosa, lontano dalla turbolenta folla dei giudei. Poi, quando disse: « Che hai
fatto? », Gesù non rispose a tale domanda, ma gli parlò di ciò che Pilato
maggiormente desiderava ascoltare, cioè del suo regno, in questi termini: « Il mio
regno non è di questo mondo », cioè: « sono certamente re, non però quale tu pensi,
ma di gran lunga più splendido ». Con queste parole e con quelle che seguono
dichiara di non aver fatto niente di male.
1 Gv. 18, 37.