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Sinodo per l'Africa (4-25 Ottobre 2009)

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2009 10:25
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La mediazione della Chiesa, indispensabile nei conflitti in Africa

Conflitti e riconciliazione al centro degli interventi al Sinodo di questo martedì



di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 6 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Poiché il Sinodo dell'Africa è dedicato alla riconciliazione, i temi come la soluzione dei conflitti sono stati in primo piano nei rapporti presentati dai Vescovi nel secondo giorno di lavori del Sinodo.

Sono stati 18 gli interventi dei presuli di vari Paesi del continente africano che hanno espresso la propria preoccupazione per i vari volti del conflitto in Africa e hanno lanciato proposte per intensificare l'opera degli agenti pastorali in materia di riconciliazione.

Per il Cardinale Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dar-es-Salaam (Tanzania) e presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar, è urgente che le questioni conflittuali “siano affrontate coraggiosamente e acompagnate da direttive pastorali. Il conflitto affligge oggi il continente distruggendo il tessuto morale”.

Il porporato si è detto preoccupato perché nel conflitto sono coinvolti anche “molti pastori” e li ha esortati ad “avere il coraggio di denunciare l'abuso di potere, il tecnocentrismo, ecc.”.

Monsignor Fidèle Agbathci, Arcivescovo di Parakou (Benin), ha sottolineato dal canto suo che la causa del conflitto è in parte attribuibile alle divisioni familiari e alle tensioni etniche che minano l'unità continentale.

“L'Africa ha paura e vive di paura”, ha detto, aggiungendo che con la sfiducia e l'aggressione appaiono consolazioni distorte come la “divinazione” e il “sincretismo”, che minano la ricerca di Dio, motivo per il quale ha detto che è urgente una “diffusione più radiosa della luce di Cristo”.

Monsignor Simon-Victor Tonyè Bakit, Arcivescovo di Yaoundé e presidente della Conferenza Episcopale del Camerun, ha ricordato che i vari credo cristiani nel suo Paese devono riconciliarsi tra loro. “Stanno in chiesa, non si parlano, non si danno il segno della pace”, il che rappresenta una “testimonianza contraria”, per cui ha raccomandato una catechesi adeguata sul tema del perdono.

Le nuove dittature sono l'elemento che preoccupa maggiormente il Cardinale Emmanuel Wamala, Arcivescovo emerito di Kampala (Uganda), anche se in teoria il regime dittatoriale è terminato da tempo nel suo Paese. Le nuove imposizioni, ha tuttavia indicato, sono “uguali o forse peggiori delle precedenti”.Il porporato ha denunciato che non si applicano i principi democratici, e ha detto che in Uganda i leader senza principi sono le cause principali dei conflitti. Per questo, serve “una Chiesa che torni al concetto della Chiesa-Famiglia dove anche le scuole abbiano il ruolo della formazione”.

Monsignor Jean-Noël Diouf, Vescovo di Tambacounda e presidente della Conferenza Episcopale del Senegal, ha detto che nel suo Paese si sta riflettendo continuamente sul sacramento della penitenza e sulla necessità di includere la riconciliazione nelle liturgie cattoliche.La causa di tanti problemi nel suo Paese, ha segnalato, è dovuta soprattutto al contesto culturale e alla mancanza di identità che provoca lo squilibrio interiore delle persone e porta a conseguenze come il materialismo, la corruzione e l'attentato contro le famiglie, così come alla perdita dei valori e all'impoverimento dell'identità culturale africana.

Per monsignor Giorgio Bertin O.F.M., Vescovo di Gibuti, amministratore apostolico "ad nutum Sanctæ Sedis" di Mogadiscio (Somalia), la principale preoccupazione della Chiesa nel suo Paese è la persecuzione religiosa, che interessa sia i cattolici che i protestanti.

In Somalia, ha indicato, si realizzano continuamente riflessioni sulla memoria di quanti hanno dato la vita per l'evangelizzazione del Paese.Il Vescovo di Ebolowa (Camerun), monsignor Jean Mbarga, ha infine sottolineato il ruolo della Chiesa come principale mediatrice della riconciliazione, per cui serve “una Chiesa che testimoni la vita evangelica nell'uguaglianza sociale per etnie che si scontrano tra loro”.

Di fronte alla costante violazione dei diritti umani, ha concluso, la Chiesa deve avere “parole di incoraggiamento” ispirate ai “veri valori della dignità dell'uomo”.

Arcivescovo del Niger non va al Sinodo per mediare la pace

Impegnato nei negoziati per superare i contrasti tra il Governo e l'opposizione



CITTA' DEL VATICANO, martedì, 6 ottobre 2009 (ZENIT.org).-
 
Tra i padri sinodali assenti al Sinodo dei Vescovi per l'Africa c'è l'Arcivescovo di Niamey (Niger), Michel Cristian Cartatéguy, della Società delle Missioni Africane.

Il presule non si è recato a Roma per partecipare all'assise episcopale perché in questi giorni è impegnato in un'opera di mediazione per la riconciliazione nel suo Paese.

Insieme all'imam della moschea di Niamey e al sultano di Agadez, l'Arcivescovo sta infatti conducendo dei negoziati per superare i gravi contrasti tra il Governo e l'opposizione del Niger, come ha comunicato egli stesso in una lettera inviata alla segreteria generale del Sinodo. Dopo il referendum costituzionale del 4 agosto scorso, contestato dalla comunità internazionale, in Niger è nata la VI Repubblica basata su un nuovo sistema presidenziale, ricorda l'agenzia Misna. Il prossimo 20 ottobre sono previste le elezioni legislative.

L'Arcivescovo Nikola Eterović, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha spiegato i motivi dell'assenza dell'Arcivescovo di Niamey all'apertura della II congregazione generale questo lunedì pomeriggio, commentando che per la Chiesa è una grande consolazione che l'Arcivescovo abbia un prestigio morale tale da impegnarsi insieme ad altri leader religiosi per arrivare alla pace nel suo Paese.

Nella Diocesi dell'Arcivescovo Cartatéguy ci sono 18.000 cattolici.

Una delegazione di padri sinodali in Campidoglio da Alemanno

I partecipanti al Sinodo al concerto "I giovani contro la guerra - 1939-2009"



ROMA, martedì, 6 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Una delegazione di padri sinodali sarà ricevuta in Campidoglio dal sindaco di Roma, on. Gianni Alemanno. L'incontro è previsto per il 7 ottobre, alle ore 9:30, in vista della giornata che il Comune di Roma dedicherà all'Africa.

Il prossimo 19 ottobre, infatti, è previsto un Convegno nella Sala della Protomoteca in Campidoglio (dalle ore 9 alle ore 13), che avrà per tema "Africa: quale partnership per la riconciliazione, la giustizia e la pace?". In serata, inoltre, avrà luogo un concerto-recital (alle ore 21) presso l'Auditorium della Conciliazione, dal titolo "Africa: Croce in mezzo al mare".

I partecipanti alla II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, assisteranno al concerto "I giovani contro la guerra - 1939-2009", previsto giovedì 8 ottobre 2009 alle ore 18:30 presso l'Auditorium della Conciliazione di Roma, alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI.

L'evento, in occasione del 70° anniversario dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dalla Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, dall'Ambasciata tedesca presso la Santa Sede e dal KulturForum di Mainau. Patrocina il Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose. Finanziano enti italiani e tedeschi.

L'orchestra composta da giovani musicisti provenienti da 10 nazioni, proporrà brani musicali di Gustav Mahler e di Felix Mendelssohn Bartholdy, entrambi compositori ebrei di nascita, poi battezzati. Mahler e Mendelssohn, rispettivamente cattolico e protestante, proclamarono l'antisemitismo. Per l'occasione, la Congregazione generale del pomeriggio sarà sospesa alle ore 17:00.
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